Risentimento/ Ressentiment


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Tredici artisti contemporanei internazionali: Teodora Axente, Francesca Grilli, Massimo Grimaldi, Klara Lidén, Christian Niccoli, Riccardo Previdi, Liesl Raff, Monika Sosnowska, Barbara Tavella, Beatrice Volpi, Raul Walch, Gernot Wieland, con le loro opere compongono la mostra “Risentimento”, allestita al Kunst Meran Merano Arte a Merano (BZ) a cura di Christiane Rekade fino al 14 giugno, con la quale si intende analizzare lo stato emotivo che caratterizza il tempo presente.

Alla base del progetto c’è una collana editoriale che ha visto 10 diversi autori contemporanei, invitati da Alpha Beta, cimentarsi con questo tema realizzando dei racconti.

Francesca Grilli, The Forgetting of Air, 2016 ©Fondazione Teatro Metastasio di Prato- Photo Simone Ridi

Il percorso espositivo prende avvio da autori che s’interrogano sul rapporto tra arte e impegno sociale, inducendo a una riflessione su usi e strumentalizzazioni politiche del risentimento e opponendo a essi una visiona critica sul presente. Prosegue quindi con un confronto con lo spazio, che può essere sia pubblico che privato, collettivo o personale, e in cui spesso si consumano quelle logiche di separazione, esclusione, limitazione che costituiscono il terreno ideale di proliferazione di questo sentimento.

Il risentimento è quindi oggetto di un’analisi più intimista, talvolta legata al proprio vissuto e alle proprie esperienze, ma anche al confronto con lo stesso fare artistico.

Il termine risentimento, dal francese ressentir, indica letteralmente un sentimento che si protrae nel tempo, che si ripete, una forma di rancore recondito e reiterato. Il dizionario tedesco Duden lo definisce come “un pregiudizio, un senso di inferiorità o affine, basato su un’avversione emotiva spesso inconscia”.

Questa concezione ha le sue radici nel pensiero di Friedrich Nietzsche, che lo intendeva come un termine chiave nella sua visione della genealogia della morale. Egli descrisse “la psicologia del risentimento” come una forma di avvelenamento volontario attraverso una vendetta repressa. Riallacciandosi criticamente a Nietzsche, il filosofo e sociologo tedesco Max Scheler (1874-1928) descrisse il risentimento come un fenomeno tipicamente moderno, che si verifica in particolare in quelle società in cui, pur esistendo una parità formale tra le persone, sussistono enormi differenze nella distribuzione del potere e della ricchezza, nel livello di istruzione e nello status sociale.

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