Sono oltre 200 le opere ed i capolavori del Novecento siciliano esposte al Convitto delle Arti Noto Museum, a Noto (SR) fino al 30 ottobre 2020 per raccontare l’importante ricerca artistica che ha influenzato la cultura del secolo scorso fino ai giorni nostri.
Con il patrocinio del Ministero dei Beni
Culturali, della Regione Siciliana e del Comune di Noto la mostra è prodotta da
Mediatica ed organizzata da Sicilia Musei ed è curata da Vittorio Sgarbi.
L’obiettivo della mostra è lettura pressoché
unitaria, complessiva dell’arte siciliana, nel cui eclettismo predomina, per lo
più, un fil rouge, quello del realismo, della figurazione, che, ad eccezione di
alcune parentesi di sperimentalismo innovativo, non trova ostacoli nel suo
percorso.
Un realismo, però, che agganciandosi a questi
stimoli di innovazione e alle personali fantasie immaginative, perviene a
interpretazioni sempre nuove, segnate dal sigillo delle singole personalità.
Figura, Ritrattistica, Interni, Paesaggismo, Nature morte sono i maggiori
ambiti di riferimento di questo realismo, su cui si sono cimentati e si
cimentano ancora in molti: il nodo di una rete, in cui confluiscono le
testimonianze creative delle più importanti personalità artistiche dell’isola.
Dal ritorno all’ordine, tra la fine degli anni
Venti a tutto il decennio degli anni Trenta e ai primi tragici anni Quaranta,
per la maggioranza degli artisti si era suggellata la fine del rapporto con
l’Avanguardia, che nelle ultime sue propaggini aveva imboccato anch’essa i
sentieri dell’interiorità.
Il ritorno alla poesia dell’intimo sembra quasi
obbligato allora e le scene da lessico familiare appaiono componenti
interscambiabili di un’arte pacificata, che cerca equilibrio tra modernismo
internazionale e tradizione.
Poi, dal dopoguerra ad oggi, è stato tutto un
susseguirsi di sperimentalismi e di ritorni figurali, di oscillazioni del
gusto, che negli anni Sessanta-Settanta hanno inclinato verso una critica
pungente contro la società del falso benessere e in anni successivi hanno
permesso soluzioni formali spesso sorprendenti. Oggi sembra che l’artista
ondeggi senza direzioni sicure, senza poetiche meditate, senza mete. Perfino in
quella che è ritenuta l’arte alla moda, la Street Art, la sua persona si
defila, spesso senza lasciare traccia, pur regalando a tutti i suoi sms
inequivocabili.
Noto, capitale del barocco e patrimonio mondiale
dell’UNESCO, che ha fatto la scelta precisa di trasformarsi in una città d’arte
ha deciso di diventare per tutto il 2020 la casa degli artisti siciliani.
Pittori, scultori, fotografi, poeti, musicisti e scrittori troveranno spazi ed
opportunità per raccontare un secolo di arte siciliana. La città netina ha
sviluppato negli anni un progetto completo costituito non soltanto dalle mostre
ma da percorsi culturali globali che hanno costruito un brand fortemente
riconoscibile.