Fondazione Ferrara Arte,
Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea e Servizio Castello Estense, Musei
d’Arte Antica, Sacra e Storico-Scientifici, collaborano nell’organizzazione
della mostra dedicata a Gaetano Previati ed esposta al Castello Estense di
Ferrara fino al 7 giugno, in occasione del centenario della morte del Maestro
ferrarese.
La rassegna presenta più di sessanta opere, accostando olii, pastelli e disegni
delle collezioni civiche ferraresi (circa trentacinque) ad un notevole nucleo
di opere concesse in prestito da collezioni pubbliche e private. Completano la
selezione alcuni importanti documenti inediti.
L’esposizione vuole evidenziare la tensione costante nella ricerca di Previati verso il superamento dei tradizionali confini della pittura “da cavalletto”, intesa come mezzo espressivo, come codice visivo o ancora come modalità di interazione con il pubblico. Affascinato dall’espressione dei sentimenti e dall’impegno nei grandi formati per la sua educazione tardoromantica, l’artista mette in gioco un approccio sperimentale ai soggetti e ai meccanismi della visione che gli permette di raggiungere esiti inediti. Per questo la sua ricerca occupa un fondamentale ruolo di snodo nel rinnovamento dell’arte italiana al volgere del secolo: Previati è stato considerato un erede dei maestri del passato, una figura guida del divisionismo italiano, ma anche un esempio per i giovani futuristi. Proprio per questa posizione affascinante e complessa, la sua vicenda artistica ha ancora diverse zone d’ombra che meritano di essere esplorate.
Ad aprire la mostra è
un bozzetto del visionario dipinto “Gli ostaggi di Crema” del 1879, che vale a
Previati, non ancora trentenne, la prima affermazione pubblica e la reputazione
di “indole artistica ardita fino all’esagerazione”. All’interesse per i temi
storici si affianca presto la fascinazione per i soggetti maudit, come
testimoniano le Fumatrici di oppio o la Cleopatra.
La svolta fondamentale coincide con l’adesione al divisionismo: a segnare
questo passaggio è un’opera emblematica, “Nel prato di Palazzo Pitti”, considerato
il “primo tentativo della tecnica nuova della spezzatura del colore”. Grandi
disegni, dipinti e materiali inediti documentano quindi il progetto di
trasferire in pittura le impressioni musicali, intorno alla vicenda ferrarese
di Ugo e Parisina.
Un’altra celebre storia d’amore, quella di “Paolo e Francesca”, sollecita a più
riprese la fantasia di Previati, culminando nel capolavoro del 1909, una vera e
propria pittura di “stati d’animo” che si espandono oltre i confini della tela:
per questa ragione il dipinto è considerato una delle matrici del celebre
trittico degli Stati d’animo di Umberto Boccioni.
L’approccio innovativo dell’artista ferrarese investe anche i tradizionali
generi pittorici, come testimonia la sezione dei dipinti a tema religioso.
Quanto al paesaggio, Previati procede a spogliare la scena di dettagli per
lasciare spazio alla gioiosa espressività del colore e della luce. Nello
straordinario “Colline liguri” una distesa di prati cosparsi di gerani è,
insieme alla volta celeste, l’assoluta protagonista di una visione che
trasmette una sensazione di pienezza e immensità.
Valorizzando le nuove possibilità offerte dall’industria editoriale, con le
illustrazioni per i Racconti di Edgar Allan Poe e con quelle per I promessi
sposi manzoniani, il ferrarese sperimenta un nuovo codice di illustrazione che
mette in scena le atmosfere psicologiche e gli stati d’animo dei protagonisti
del testo letterario.
Con il ciclo delle Vie del commercio (1914-16) per la Camera di Commercio di
Milano il cerchio si chiude: le tematiche della modernità al centro della
poetica di Marinetti e Boccioni offrono nuove possibilità alla pittura
decorativa dell’anziano maestro.