Le cariatidi


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Per la Giornata della Memoria 2020 e in ambito ad Art City, presso il MEB, Museo Ebraico di Bologna è esposta fino all’8 marzo la mostra dedicata a Luca Freschi (Forlimpopoli, FC, 1982) che consiste in una installazione site-specific, realizzata a cura di Niccolò Bonechi in collaborazione con la Galleria Bonioni Arte di Reggio Emilia.
Le Cariatidi sono sculture monumentali composte da elementi in terracotta ceramica dipinta ed objet trouvè, si inseriscono nel percorso museale, quasi confondendosi con gli oggetti, le riproduzioni, i video e i documentari che appartengono alla sezione permanente.

Luca Freschi, ph. Filippo Venturi


Osservando le Cariatidi, lo sguardo corre sino al culmine dell’opera, attraverso un’ascensione metaforica generata dalla reale sovrapposizione di elementi dal forte valore simbolico, tra ready made e scultura: il vaso come contenitore di esperienze, le colonne antiche come fondamenta delle diverse culture, le statue classiche come rappresentazione della bellezza e della perfezione, la civetta come simbolo della conoscenza con riferimenti alla vanitas e alla tematica del memento mori.
Il curatore spiega che: “Le Cariatidi non sono altro che un organico ed equilibrato gioco di incastri, reminiscenze personali e culturali che si sovrappongono, lasciando allo spettatore una libera interpretazione, o per meglio dire, la possibilità di ritrovarsi dentro le proprie esperienze, paure, emozioni. Caposaldo della ricerca di Luca Freschi è il concetto di memoria, che si materializza nelle sue opere attraverso l’accumulo di oggetti che fanno parte della memoria storica collettiva e, scendendo nel particolare, nel vissuto di ognuno di noi.” Per questo l’installazione “… si identifica come simulacro, come contenitore emotivo, in cui si rifugiano i ricordi di tutti e la speranza che niente di ciò che è accaduto si ripeta in futuro”.

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