A Nuoro, presso lo Spazio Ilisso, fino al 13 aprile è allestita la mostra “Paesaggi Umani”, dedicata alla fotografa tedesca Marianne Sin-Pfältzer (Hanau, 1926 – Nuoro, 2015).
L’esposizione, articolata per insiemi
tematici entro cui è rispettata la scansione cronologica, propone gigantografie
in bianconero e a colori, stampe vintage, menabò per pubblicazioni, progetti originali
per ceramiche, tessuti e carte da parati o da packaging, video e proiezioni.
Vengono rappresentati in questo percorso la Sardegna e il suo paesaggio, che
per Sin-Pfältzer sono stati un costante riferimento sino a trascorrervi gli
ultimi anni di vita. L’Isola è stata capillarmente indagata dalla fotografa, che
di essa e della sua cultura materiale si era fatta diretta promotrice
attraverso mostre da lei stessa organizzate e allestite a partire dagli anni
Cinquanta.
Ma la Sardegna è solo uno dei cuori tematici presenti. Un altro, forse il più
importante per il taglio internazionale e per la sua attualità nel dibattito
contemporaneo, affronta con forza alcune ricerche legate alle problematiche
razziali, ecologiste e animaliste. Temi che Marianne Sin-Pfältzer è andata
maturando sentendosene coinvolta, schierandosi a difesa della disparità e
diversità, sostenendo l’importanza della cultura e dell’educazione come
strumento di emancipazione individuale per la costruzione di un maggiore
equilibrio nella società. Con i suoi scatti, la fotografa lotta contro la discriminazione
non solo razziale ma anche in difesa della fragilità della natura, degli
animali, dei
minori, delle fedi religiose e così delle culture altre. Argomenti che per lei
diventano, dalla seconda metà degli anni Sessanta, il perno fondamentale
attorno al quale far ruotare i propri interessi. Su questa base investì tutto,
anche le risorse personali, passo per lei non privo di risvolti dolorosi.
In mostra si è dato ampio spazio a tali tematiche, oggi capaci di gettare nuova
luce sull’intera opera fotografica di Marianne Sin-Pfältzer, dalla quale emerge
preponderante soprattutto l’attenzione verso l’infanzia, ch’ella ritrae
costantemente nei suoi viaggi e soggiorni internazionali.
L’esposizione si completa con un approfondimento sull’attività di designer,
sponda alla quale approda da ultimo, proprio perché avverte la progressiva
mutazione nel contemporaneo della professione di fotografa.
All’interno della mostra è presente un percorso didattico dedicato ai bambini
che facilita la scoperta e la comprensione dei grandi temi presentati,
propedeutico alle attività educative di Spazio
Ilisso.
Parte integrante dell’esposizione è l’omonimo documentario di Enrico Pinna che
ripercorre la vita e l’opera della fotografa con ricchezza di immagini e di
testimonianze, fra le quali quella dello storico della fotografia Uliano Lucas.