Santiagio Calatrava. Nella luce di Napoli


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A Napoli, nel Museo e Real Bosco di Capodimonte, sono esposte, fino al 10 maggio 2020, quattrocento opere, tra sculture, ceramiche, disegni, maquette, di Santiago Calatrava (Benimànet, Valencia, 1951), architetto, ingegnere, pittore, scultore, disegnatore, artista a tutto tondo.

La mostra intende focalizzare l’interesse per l’elemento luce, ma anche l’amore dell’artista per la città, culla e porto del Mediterraneo, crocevia di culture e civiltà differenti.

Santiago Calatrava, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, 2005, Photo © Heinrich Helfenstein; gta archive-ETH Zürich

Dalla pittura alla scultura e alla produzione ceramica, fino all’architettura, indagata a partire dalle linee di progettazione che emergono da bozzetti, plastici e modelli. Ponti, torri, stazioni, chiese, auditorium, edifici pubblici e privati, in cui la forma si definisce quale sublimazione del calcolo e la conoscenza tecnica declina una vocazione pienamente artistica.

Sono tre gli spazi del Museo e Real Bosco di Capodimonte che ospitano le opere e i progetti del maestro Calatrava: le sale al secondo piano della Reggia, costruita a partire dal 1738 per volere di Carlo di Borbone, il Cellaio e la Chiesa di San Gennaro, due dei sedici edifici storici del Parco Reale.

Nelle sale del secondo piano del Museo sono esposte le maquette delle architetture più importanti da lui realizzate: la Stazione dell’Aeroporto di Lione “Saint-Exupéry” o il World Trade Center Trasportation Hub di New York, meglio noto come “Oculus”, al tempo stesso testimone e memoria dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle e simbolo di rinascita della città grazie alla leggerezza delle sue “ali di uccello”. Sono presenti anche le idee progettuali: dagli Sharq Crossing Bridges, tre diversi tipi di ponti interconnessi per la città di Doha in Qatar, al Ponte per Genova (nelle tre versioni “Ponte ad Arco”, “Ponte Continuo” e “Ponte Strallato”) disegnato e offerto alla città dopo il crollo del Ponte Morandi nell’agosto 2018.

In mostra ci sono anche le sculture di tutte le sue fasi artistiche (geometriche, matematiche, astratte, cinetiche e antropomorfe) e un’ampia selezione in materiali molto diversi: dall’ebano al marmo bianco, alabastro, rame dorato, alluminio, granito nero fino al bronzo.

Inoltre sono esposte sei sculture in ferro ispirate ai guerrieri della facciata principale del tempio greco di Egina, oggi nella Glyptothek di Monaco. Un gruppo di sculture antropomorfe rappresentano un ponte metaforico tra il XXI secolo e la Napoli simbolo della cultura ellenistica.

Ampio spazio viene dato ai disegni: dipinti a pastello e carboncini in cui si ritrovano i suoi temi principali: alberi, tori e il nudo femminile.

Il Cellaio nel Real Bosco di Capodimonte ospita la seconda sezione della mostra: oltre 50 opere in ceramica in ideale dialogo con l’antica produzione della Real Fabbrica della Porcellana di Capodimonte, fondata da Carlo di Borbone nel 1743.

L’esposizione, fortemente voluta da Calatrava, è stata ideata dallo Studio Calatrava e realizzata in collaborazione con lo studio di progettazione Vito Avino e il funzionario architetto del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Renata Marmo; inoltre si è avvalsa della collaborazione dell’associazione Amici di Capodimonte onlus e dell’Istituto ad indirizzo raro Caselli-DeSanctis / Real Fabbrica di Capodimonte ed è stata curata dal direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger e Robertina Calatrava, moglie dell’artista, interamente sostenuta dalla Regione Campania grazie ai fondi europei POC Programma Operativo Complementare 2014-2020, organizzata dalla Scabec, società regionale dei beni culturali.

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