Altissimi colori. La montagna dipinta: Giovanni Testori e i suoi artisti, da Courbet a Guttuso


Stampa

Al Castello Gamba di Châtillon, fino al 29 settembre è aperta la mostra “Altissimi colori. La montagna dipinta: Giovanni Testori e i suoi artisti, da Courbet a Guttuso”, promossa dall’Assessorato al Turismo Sport Commercio Agricoltura e Beni culturali della Valle d’Aosta e curata da Casa Testori, che prende spunto dalla presenza nella collezione del Castello Gamba di una piccola ma importante opera dello scrittore, critico d’arte e pittore Giovanni Testori (1923-1993).

Giovanni Testori, Cime (Pizzo Badile visto da Bondo CH), 1972, acquerello su cartoncino, 50×40 cm


Con l’intento di indagare il rapporto di Testori con la montagna, scenario della propria attività artistica e soggetto privilegiato di molti artisti lanciati dal Testori giornalista e critico militante, l’esposizione rappresenta un’occasione di scoperta, un viaggio attraverso le opere di cui Giovanni Testori amava circondarsi, a partire da un episodio chiave della sua vita: il suo primo articolo, pubblicato a soli 17 anni. L’inizio dell’attività critica di Testori riguarda, infatti, proprio un quadro di montagna: un capolavoro di Giovanni Segantini, “Alpe di maggio” (1891), di cui pubblicò uno studio preparatorio, passando poi ad altri suoi grandi amori: Gustave Courbet, l’artista rivoluzionario di cui vengono presentati due importanti dipinti; Willy Varlin, il geniale pittore zurighese che scelse di andare a vivere tra le montagne della Val Bondasca; Renato Guttuso, un siciliano che, stregato dalla vista del Rosa, scelse di fare della casa di Velate, a Varese, uno studio dove realizzare molte delle sue opere più celebri; Paolo Vallorz, artista trentino che, pur emigrando a Parigi, è sempre rimasto legato alla sua val di Sole e Bernd Zimmer, pittore tedesco vivente, “scoperto” da Giovanni Testori e autore di quadri con montagne infiammate e visionarie. La mostra rappresenta anche l’occasione per presentare un ciclo di fotografie del grande fotografo Pepi Merisio, scattate negli anni Settanta, durante la processione notturna che da Fontainemore portava al santuario di Oropa. Foto che Testori amava per la loro intensità e per la testimonianza di una civiltà montana legata alla propria tradizione.
Impegnato su diversi fronti, dalla critica d’arte al teatro, dalla narrativa alla pittura, Giovanni Testori fu tra i più importanti intellettuali italiani del Novecento. Romanziere e drammaturgo, nonché critico d’arte, in montagna aveva riscoperto la sua vocazione pittorica eleggendone gli scenari a soggetto di molti suoi dipinti, come nella serie di disegni e acquerelli eseguiti dalla fine degli anni Sessanta, in un’estate trascorsa a Gressoney e nelle alpi svizzere. 

Share Button