Dialoghi Lunari


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Nel centocinquantesimo Anniversario del Museo Castromediano di Lecce, all’interno del cartellone Muse, Musei, Musiche, la programmazione estiva del Polo Biblio-Museale Regionale di Lecce e nel cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna, la città di Lecce con il patrocinio della Regione Puglia, promuove la doppia personale “Dialoghi Lunari: sculture di Renzo Buttazzo e Daniele Dell’Angelo Custode”, realizzata a cura di Maria Agostinacchio ed esposta al pubblico fino al 20 luglio, che è, appunto, il giorno dello sbarco sulla Luna nel 1969.

Daniele Dell’Angelo Custode, Eclissi

Le opere sono esposte presso il Convitto Palmieri di Lecce e sono un omaggio al nostro satellite che nel tempo ha sempre ispirato artisti e poeti e che questi due artisti hanno eletto la sua magica presenza come loro musa.

Il loro lavoro è assolutamente differente e questo genera un interessante dialogo di forme e materiali: pietra leccese e marmo per Buttazzo, ferro, acciaio e corten per Dell’Angelo Custode ma per entrambi la luce, soprattutto naturale, è il vero soggetto delle opere nelle quali si esprime volumetrica e plastica nelle superfici opache e scabre, fuggevole ed evocativa nelle zone rilucenti del metallo e nei mondi interiori delle sfere di marmo.

La mostra si apre nella piazzetta Carducci dove “Equilibrio Instabile” di Daniele Dell’Angelo Custode volge alla Luna un cannocchiale senza lente, una bussola in ferro e corten ad
indicare la sostanza umana, solida come i sogni e fugace come la materia. “Due Sentinelle”, dello stesso scultore, sono accolte tra le arcate nel Chiostro a presidiare la bellezza, l’arte, la musica, la poesia, le parole che animano il luogo.

Più intimo è l’approccio, invece, che segue con “Ego”, “Sustanzia”, “Eclisse” di Dell’Angelo Custode. A seguire, con “Eclipsis” inizia il percorso di Renzo Buttazzo, un dittico bidimensionale in pietra leccese vulcanizzata in cui le forme archetipiche del cerchio e del quadrato sono le facce speculari della riflessione sugli opposti. Giocati sul lirismo luce-materia sono “Chandrama e Andromeda”, sfere perfette in marmo, astri satelliti testimonianti l’ossimoro del crescendo materia-pieno vuoto- luce.

Una mostra che trasporta immancabilmente in suggestioni oniriche, tralasciando la mera esteriorità della visione per arrivare nell’intimo della ricerca, che è privata per ciascun osservatore.

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