Fino al prossimo 30 luglio, all’Instituto Cervantes di Palermo è allestita la mostra “Anaqronías. Un’interpretazione fotografica cervantina” dedicata a Juan Antonio Cerón (1973).
L’esposizione si inserisce in una nuova linea tematica inaugurata dall’Instituto Cervantes nel 2019, “La valigia della Vucciria”, volta a realizzare mostre di piccolo formato, ma con alla base una ricerca elaborata e rigorosa, per meglio indagare il rapporto tra letteratura e arti plastiche. Una delle più grandi qualità di Miguel de Cervantes era indubbiamente la sua passione per la vita, alimentata da un’avida curiosità, che lo portò a viaggiare per il Mediterraneo, apprendendo dalle persone e dai luoghi. Ciò lo rende contemporaneo, come persona e come letterato.
Questa mostra è un viaggio personale di Juan Antonio Cerón attraverso il “Don Chisciotte” di Miguel de Cervantes, nel quale i personaggi femminili, poco conosciuti e che passano quasi inosservati nel romanzo, acquisiscono nuovo protagonismo, collocati in una realtà fotografica contemporanea. Si tratta di donne, da Antonia Quijana, alla Mora Zoiraida, a Casildea de Vandalia e altre compagne d’avventura, alle quali la storia ha quasi sistematicamente strappato i riflettori, e che in questa mostra vivono di un’immagine attuale, giocando con l’anacronismo come errore estetico intenzionale e ironico.
Traendo spunto da modelli di luce e di composizione ispirati a quelli utilizzati dai più importanti pittori del realismo barocco del Seicento: Caravaggio, Bernini, Rembrandt, Vermeer o Ribera, contemporanei di Cervantes, “Anaqronías” affronta la doppia sfida di misurarsi, da un lato, con il romanzo a cui si ispira e, dall’altro, regala un nuovo protagonismo a quelle donne che hanno aspettato pazientemente più di 400 anni per riemergere dalle pagine del capolavoro di Miguel de Cervantes. La mostra è presentata da Maria Caterina Ruta, ispanista ed esperta cervantina e Giacomo Fanale.