Promossa da Fratelli Alinari, Fondazione per la Storia della Fotografia e realizzata a cura di Annamaria Castellan e Giacomo Frullani, la mostra “Maurizio Frullani. Iter in fabula”, fino al 31 agosto al Bastione Fiorito del Castello di San Giusto, è un omaggio doveroso al fotografo isontino Maurizio Frullani (Ronchi dei Legionari 1942-2015), alla sua anima di grande viaggiatore che ha reso la fotografia “uno strumento di ricerca di conoscenza”.
Schivo, riservato e
silenzioso ma con uno sguardo limpido e discreto Maurizio Frullani indaga con
empatia, del tutto peculiare, le persone che fotografa.
Dalla sua passione musicale ha imparato le infinite variazioni con cui scrivere
e riscrivere le sue storie e quelle degli uomini che ha incontrato nei suoi
lunghi viaggi soprattutto in Oriente lungo la via della Seta. I suoi reportage
di viaggio raccontano di paesi ancora incontaminati come Afghanistan, Yemen,
India, dove l’autore raccoglie sguardi e storie degli uomini incontrati e con
cui ha cercato sempre un contatto.
In India si avvicina alla musica classica indiana, viene iniziato allo studio
del sitar e, da questa esperienza, nascono i ritratti dei maestri, musicisti,
liutai indiani.
A Venezia riprenderà lo studio di questo strumento e proseguirà in Italia il
progetto fotografico iniziato in India, ritraendo i musicisti del territorio
contestualmente agli artisti contemporanei del Friuli Venezia Giulia. Il suo
archivio conta più di trecento ritratti di pittori, scultori, fotografi,
scrittori e registi, realizzati in quasi quarant’anni di lavoro continuo e
costante.
Negli anni trascorsi a Massawa (1993-2000), Frullani fotografa la condizione
umana dell’Eritrea piagata dalla guerra, avvicinando con rispetto uomini, donne
e bambini entrando nelle loro case, nei cortili, nei laboratori intrisi di una
povertà rarefatta, mai degradante, dove i soggetti guardano direttamente in
camera, creando quel momento di sospensione che racchiude la magia propria del
medium fotografico, fondante del lavoro di Frullani. Rientrato nella sua Ronchi
dei Legionari, Frullani crea il grande progetto fotografico “Santi, Miti e
Leggende”, un lavoro di straordinaria forza evocativa in cui reinterpreta i
miti e le leggende di differenti popoli, con sottile ed intelligente ironia,
realizzando quadri di ampie dimensioni e creando fantastiche visioni
postmoderne ed estetizzanti. La retrospettiva dedicata a Maurizio Frullani
porta al grande pubblico i temi fotografici a lui cari come Sherazade, Sulla
Strada del Raga, Massawa, Santi, miti e leggende, i Ritratti degli artisti del
Friuli Venezia Giulia.
La mostra è corredata dal catalogo Edizione Alinari.