Allo Spazio Bocciofila della GAD, Giudecca Art District di Venezia, aperta in concomitanza con l’inaugurazione della 58ma Biennale di Venezia e visitabile fino al 6 giugno, è allestita la mostra “Tu vs Everybody”, realizzata a cura di Anita Calà e Elena Giulia Rossi, alla quale partecipano con progetti site-specific gli artisti: Francesca Arri, Valeriana Berchicci, Stefano Cagol, Fabrizio Cicero, Iginio De Luca, Lamberto Teotino, Carlo Zanni.
Le opere ruotano attorno ad un immaginario spazio dello spettacolo inteso come luogo profetico di culto, come generatore di economia, ciò che in tempi recenti vediamo avversarsi con particolare forza attorno al gioco del calcio e più in generale in tutto ciò che gira nella ‘giostra mediatica’.
Tra performance e comunicazione, Francesca Arri si muove tra la potenza propagandistica della parola e della scrittura e la forza del silenzio, proponendo, attraverso un mezzo obsoleto come l’affissione, un messaggio subliminale inquietante, un dubbio, un ricordo rimosso. La giovane artista Valeriana Berchicci, reifica il potere mediatico della posta per un progetto relazionale che nasce come ricerca sociologica costruita attorno ad un pensiero tautologico: Dove Va l’umanità?. Stefano Cagol agisce sulle corde di un’estetica attivista ponendo l’attenzione su temi globali attuali come la qualità dell’acqua, che portano con fermezza di fronte alle conseguenze dei fenomeni antropogenici. Fabrizio Cicero sprofonda nelle viscere della Terra con un gesto spettacolare che dirotta lo sguardo verso l’interiorità per interrogarsi su fede, gioco, spettacolo, e più in generale sul limite umano. Iginio De Luca apre il sipario sul potere della musica nella coscienza collettiva, con un’opera-operazione sonora che ruota attorno a concetti opposti, contraddittori: unione e divisione, ordine e caos, singolarità e pluralismo. Lamberto Teotino indaga (o spinge oltre) i limiti dell’umano per aprirsi ad una visione estrema del supereroe contemporaneo. Carlo Zanni rende visibili le geografie dell’economia liquida nelle sue dinamiche transazionali.
Gli artisti sono qui invitati a “mettersi in gioco”, a collocare il proprio lavoro in un’arena senza confini e in un modo di operare sinergico, relazionale e trasversale in risposta, anche, al tema della Biennale 2019: “May You Live in Interesting Times”.
Si rovesciano così le regole del gioco del potere per come questi si esprime nei canali della comunicazione, dell’economia, della musica, della fede.