Carlo Valsecchi. Gasometro M.A.N. n.3


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Presso il Salone degli Incamminati della Pinacoteca Nazionale di Bologna, fino al 31 marzo è aperta al pubblico la mostra dedicata a Carlo Valsecchi (Brescia, 1965), composta da quattordici fotografie che raccontano in modo del tutto inedito e originale la metamorfosi del gasometro di Bologna durante i lavori di bonifica e restauro promossi dalla stessa multiutility. Al di fuori di ogni intento archeologico, il lavoro di Valsecchi presenta la struttura del gasometro come un organismo vivente in continua trasformazione e non come testimonianza inerte di un passato industriale. “Gasometro M.A.N. n.3” è promossa dal Gruppo Hera e si presenta, infatti, come una riflessione sull’evoluzione dello spazio, che l’artista concepisce come un corpo in costante metamorfosi. 

Carlo Valsecchi, Gasometro M.A.N. n.3

L’opera di Carlo Valsecchi nasce da un dialogo continuo e diretto con i luoghi che di volta in volta affronta nei suoi progetti, siano essi architettura, un paesaggio urbano, l’industria pesante, l’industria altamente tecnologica, o l’infinito naturale. L’approccio analogico e geometrico-analitico nei confronti della fotografia di grande formato lo porta a scomporre e ricomporre il soggetto per restituirlo sotto una forma del tutto inedita.
Ad accompagnare il progetto espositivo, un libro edito da Silvana Editoriale, a cura di Luca Massimo Barbero, che sottolinea: “Quelle di Carlo Valsecchi non sono solo fotografie “di architettura” sono immagini di un’architettura che diventa intima, che alla pura documentazione degli spazi sostituiscono il ritratto di una possibile interiorità, anche dell’animo umano. Negli spazi che Valsecchi ritrae, da un lato si percepisce il mistero più profondo e il fascino di questi luoghi, dall’altro si avverte, sottile seppur evidente, la sacralità della rappresentazione e la forza che questi luoghi portano con sé. Le immagini di Carlo Valsecchi colgono la dimensione utopica del tempo, che lega indissolubilmente questi giganti dell’architettura alla città e alla società di cui si fanno portavoce, ci consegnano un senso preciso e immediato di quella relazione che storicamente esiste tra uomo e modernità, utopia e progresso”. 

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