Fino al 2 giugno, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospita la mostra “Joint is Out of Time”, realizzata a cura di Saretto Cincinelli e Bettina Della Casa, un nuovo innesto che ridefinisce l’attuale allestimento delle collezioni rinnovandole con le opere di sette artisti contemporanei di provenienza internazionale.
Compongono la mostra le opere di Elena Damiani, Fernanda Fragateiro, Francesco Gennari, Roni Horn, Giulio Paolini, Davide Rivalta e Jan Vercruysse che si inseriscono nel preesistente delineando l’emergere di un’inedita costellazione il cui disegno appare capace di iscriversi nel corpus di Time is Out of Joint.
L’obiettivo del nuovo progetto è quello di costruire nel già costruito una ‘mostra’ leggibile come una sorta di variazione in corso d’opera e capace di inserirsi in un contesto e di farlo ‘risuonare’, aggiungendo sfumature e tonalità diverse e complementari. Da qui la peculiarità di un format di mostra che trae paradossalmente il suo pregio dal confluire nell’allestimento che la ospita.
Attraverso le opere di sette artisti, diversi per generazione e paese d’origine, Elena Damiani (Lima, 1979), Fernanda Fragateiro (Montijo, Portogallo, 1962), Francesco Gennari (Pesaro, 1973), Roni Horn (New York, 1955), Giulio Paolini (Genova, 1940), Davide Rivalta (Bologna, 1974) e Jan Vercruysse (Ostenda, 1948 – Bruges, 2018), Joint is Out of Time si propone, dunque, di rinnovare conservando. Ciò che distingue le precedenti “trasformazioni silenziose” di Time is Out of Joint da quelle che ora caratterizzano il nuovo progetto risiede nelle strette collaborazioni con gli artisti invitati. Elena Damiani e Fernanda Fragateiro hanno realizzato un’opera ad hoc per gli spazi espositivi della Galleria Nazionale, mentre Roni Horn e Francesco Gennari hanno collaborato attivamente alla definizione della loro presenza in mostra. L’artista belga Jan Vercruysse è oggetto di un omaggio concertato con le figure a lui più vicine; Giulio Paolini coniuga la presentazione di un’opera concepita espressamente per uno degli spazi di accesso della Galleria con il riallestimento di due lavori esposti nel 1988 in occasione della personale che l’artista tenne nel Salone Centrale del museo. Continua invece il lavoro di Davide Rivalta che, attraverso la presenza epifanica delle sue sculture e la loro apparizione spaesante nell’habitat urbano, si misura con la complessità del tempo contemporaneo in relazione al tempo animale. L’operazione che mette in relazione Time is Out of Joint con Joint is Out of Time, esplicitamente sottolineata dall’inversione di termini espressa nel titolo, tende – tramite una sorta di double bind – a instaurare una relazione disgiuntiva tra due progetti che, fatte le debite proporzioni, si configurano come momenti autonomi ma indissociabili di un unico processo: due momenti simultanei di un’operazione tesa a far emergere, contemporaneamente, da una parte la riserva d’avvenire custodita dalla prestigiosa collezione della Galleria e, dall’altra, la profonda incidenza della memoria della storia dell’arte che anima le nuove opere in mostra. Un progetto di mediazione culturale in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma vedrà la presenza degli studenti negli spazi espositivi della Galleria, coinvolti nell’offrire al pubblico visite guidate e informazioni sulla mostra per tutta la durata di Joint is Out of Time.