Goran Trbuljak. Before and After Retrospective


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La mostra “Before and After Retrospective”, realizzata a cura di Lorenzo Balbi e Andrea Bellini, è allogata a Villa delle Rose di Bologna ed è dedicata a Goran Trbuljak (Varaždin, 1948).

Goran Trbuljak, Self portrait, 1996-Edizione di 3 + 2 prove d’artista-Courtesy Collezione Enea Righi, Photo credit Dario Lasagni

Visitabile fino al 24 marzo è promossa da MAMbo, Museo d’Arte Moderna di Bologna, la mostra si compone di un cospicuo corpus, dagli esordi alla fine degli anni Sessanta fino alle produzioni più recenti, che rappresenta l’ampio vocabolario espressivo sperimentato dall’artista: dipinti, frottage, monocromi e monogrammi, fotografie, film, libri e documentazioni delle sue azioni di strada.
Goran Trbuljak si inquadra nella generazione che si è formata nel contesto storico e geopolitico della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia e ha operato nella prospettiva di superare la tradizione dei fenomeni artistici del cosiddetto “modernismo socialista” affermatosi dopo il 1950. Rispetto agli artisti attivi in ambito concettuale e nel movimento di avanguardia della New Practice Art, le cui pratiche salvaguardano il riconoscimento della funzione autoriale dell’artista e dell’aura dell’opera d’arte, la strategia assunta da Trbuljak si distingue per un comportamento che, ponendo radicalmente in discussione questi due principi di matrice modernista, lo configura come un precursore della sensibilità postmoderna.

La ricerca estetica di Trbuljak sonda costantemente i margini tra gli statuti di arte e anti-arte, artista e non artista, alla ricerca di mezzi alternativi di produzione e rappresentazione. Nella continua ridefinizione del contesto, la sua riflessione analizza e scompone le regole su cui si basa il sistema di musei e gallerie e i meccanismi con cui qualcosa è accettato come arte.

In base a questo approccio, anche un semplice gesto può funzionare come strumento di critica del sistema artistico e sociale. Movimenti dissimulati, come infilare un dito nel buco della porta della Galleria Moderna di Zagabria (Hole in the door, 1969) o azioni effimere compiute in forma anonima nello spazio pubblico, come installare accanto a buchi nell’asfalto le fotocopie di alcune fotografie che raffigurano gli stessi buchi (Anonymous street actions, 1970), definiscono il ripensamento della posizione dell’opera d’arte in rapporto all’istituzione e della propria condizione di giovane artista ancora sconosciuto.

Il percorso espositivo della mostra a Villa delle Rose documenta compiutamente l’ampia varietà di materiali e mezzi espressivi che Trbuljak sperimenta fin dagli inizi della carriera. Uno dei principali temi su cui la sua riflessione problematizza le idee di visione e materia riguarda il linguaggio pittorico con cui dichiara di non avere rapporti in quanto divenuto merce estetica privata del suo potenziale critico.

La mostra è accompagnata da una corposa monografia in lingua inglese dal titolo omonimo, curata dallo stesso Goran Trbuljak con Tevž Logar, pubblicata da Gurgur editions in partnership con Snaporazverein, Samedan (GR – Svizzera); Centre d’Art Contemporain Genève; Istituzione Bolo- gna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna; Kontakt. Art Collection Erste Group / ERSTE Foundation; transit.cz.

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