Reality 80. Il “decennio degli effetti speciali”


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1982, Bagnante, foto di Occhiomagico per Domus

La mostra “Reality 80. Il decennio degli effetti speciali” è aperta al pubblico fino al 23 febbraio prossimo a Milano, al Refettorio delle Stelline, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, realizzata a cura di Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra con la consulenza scientifica di Valentino Catricalà e Mario Piazza.

La mostra si propone come l’avvicendamento in libera sovrapposizione cronologica e tematica di cultura, società, spettacolo, arti, design e grafica della ‘Milano da bere’.
Il tipo di narrazione del progetto espositivo è quello di un intreccio continuo di storie e figure riferibili al decennio 1980-1990 all’interno di una ripartizione tematica e allestitiva costruita per frammenti monumentali e reperti tratti da eventi salienti – come l’attentato a Papa Wojtyla del 1981 e il congresso del PSI all’Ansaldo dell’89, seguito alla caduta del Muro di Berlino – affiancati da oggetti ‘cult’ quali il circuito dinamico del Pac-Man nel formato Arcade tower da sala giochi e la parata eteroclita di sorprese, gadget, ‘Regalissimi’, inclusi nelle merendine della generazione dei Paninari. Il tutto allineato lungo un asse temporale compreso fra il celeberrimo manifesto dell’amaro Ramazzotti (il pulsante start nella memoria collettiva.
All’interno di questa ricostruzione per frammenti lo spettatore spazia fra la piramide di Filippo Panseca, affiancata dalle Sculture Biodegradabili del decennio precedente che ne hanno preparato il terreno concettuale, procedendo attraverso una selezione di opere provenienti da quella fucina artistica che fu la Brown Boveri di Milano (con lavori di Stefano Arienti, Corrado Levi, Claudio Déstito, Pierluigi Pusole, e quelli di Cosimo Barna, Francesco Garbelli, Milo Sacchi tra i promotori di quell’iniziativa) e dalla speculare esperienza romana dell’ex Pastificio Cerere accostati dai dipinti in grande formato di Nathalie Du Pasquier, Salvo, Tino Stefanoni, sino a perdersi nel dedalo delle mappe segniche di Alessandro Mendini e Massimo Giacon, come nei soggetti pittorici sovrappopolati di Marco Cingolani. In contrapposizione a questa sezione si trova allineata in lunga parete l’imponente teoria di manifesti politici tratti dal progetto di identità visiva curato da Ettore Vitale per il Partito Socialista, primo caso di immagine coordinata elaborata per un partito politico in Italia e da Giuliano Vittori per l’Estate Romana durante l’amministrazione di Giulio Carlo Argan e Renato Nicolini.
La doppia sequenza è affiancata da una galassia di oggetti iconici del design Milan made dalla quale spiccano: le cover di Stefano Tamburini, quelle di Giacomo (Mojetta) Spazio per ‘Stampa Alternativa’, le parodie disneyane di Massimo Mattioli con i poster di Sergio Calatroni per il ciclo ‘Afro City’, fino alle ambientazioni di Mario Convertino per ‘Mister Fantasy’ e ‘Frigidaire’. Un rilievo particolare assumono in questo contesto i nuovi pattern pervasivi degli anni ’80, dominati dall’estetica del punto, della retta, del triangolo, del piccolo segmento ripetuto, delle ‘formine vuote’ disseminate random ai margini di quasi tutti i manufatti grafici dell’epoca: dalle copertine di ‘Domus’ (diretta da Alessandro Mendini nei primissimi anni ’80) – sostenute dalle immagini new-dada elaborate da Occhiomagico – agli impaginati di Ettore Sottsass; le cover degli LP e le musicassette – poi ampiamente imitate con l’uniposca nelle compilation piratate su mixtape – disegnate da Mario Convertino; i comics magazine ‘Frigidaire’ e ‘Alter Alter’, ‘Lira di Dio’, ‘Satyricon’, ‘Tango’, ‘Zut’ e ‘Cuore’ nelle varianti successive ‘Fegato’, ‘Milza’, ‘Mamma’; le scorribande proto-punk nelle grafiche musicali di Giacomo Spazio e Massimo Giacon. Alfabeti visivi, Re-design, Design Banale, Cosmesi, Robot Sentimentale sono poi i titoli che introducono alla esuberante e vastissima produzione del progetto multidisciplinare del gruppo Alchimia verso un design neo-moderno. Nel manifesto teorico del gruppo, si legge: “Per noi vale l’ipotesi che debbano convivere metodi di ideazione e di produzione confusi, dove possano mescolarsi artigianato, industria, informatica, tecniche e materiali attuali e inattuali.” In mostra trova così cittadinanza la parata eclettica di esperimenti realizzati con materiali artigianali, di recupero, di massa, improbabili, provocatori, kitsch, spesso abbandonati allo stadio di prototipo quali: la ‘Pensione ideale’ (Franco Raggi), l’’Abito Sonoro’ con la performance ‘Persone Dipinte’ (Anna Gili), lo ‘Stilismo della moda’ (Cinzia Ruggeri) e soprattutto, ‘Il Mobile Infinito’ che nel 1981 annulla per eccesso sia le tipologie che la firma degli stessi progettisti, entrando con i Magazzini Criminali nella sperimentazione teatrale. Le attività emozionali, psichiche e antropologiche si espandono così nel Refettorio delle Stelline dall’arredo al libro alla didattica, sino alla video arte e al suono. Volti, pose, tic, inflessioni comportamentali occhieggiano infine in una galleria di 50 scatti di Maria Mulas a documentare i party scintillanti degli anni del dopo-terrorismo, che anticipano la messe di documenti, memorabilia, reperti video, giornali, libri, vignette satiriche, cataloghi d’arte e display commerciali a completamento dell’allestimento, in un crescendo cromatico bubble-gum che culmina con le divise da ‘sfitinzia’ e ‘gallodidio’ dei Paninari.
La mostra è accompagnata da un catalogo-album edito dalla Fondazione Creval, che sarà presentato al pubblico in finissage, con testi dei curatori e saggi di Mario Piazza e Valentino Catricalà, arricchito da un’antologia di interviste ai protagonisti del decennio.

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