L’edizione attuale della mostra “1969. Olivetti formes et recherche” che CAMERA, Centro Italiano per la Fotografia di Torino e l’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea propongono, offre una selezione di fotografie dell’omonima mostra che la Società Olivetti organizzò nel novembre del 1969 a Parigi, che proseguì a Barcellona, Madrid, Edimburgo e Londra, per concludersi infine a Tokyo nell’ottobre 1971.
Questa mostra è realizzata a cinquant’anni anni dalla prima esposizione, è curata da Barbara Bergaglio e Marcella Turchetti ed è aperta al pubblico in Project Room a CAMERA fino al 24 febbraio 2019. Essa ricostruisce e restituisce non soltanto i contenuti di quella storica mostra, curata dall’architetto Gae Aulenti, ma anche la storia dei personaggi che gravitavano dentro e intorno alla società Olivetti e a quella cultura: da Giorgio Soavi a Lord Snowdon, da Ettore Sottsass a Mario Bellini, da Renzo Zorzi a Italo Calvino.
Oltre 70 fotografie provenienti dall’Associazione Archivio Storico Olivetti offrono la possibilità di raccontare l’ormai leggendaria esposizione nelle sue diverse tappe, attraverso servizi fotografici di grandi maestri: da Ugo Mulas per l’edizione parigina, ad Alberto Fioravanti e Giorgio Colombo per Madrid e Barcellona, a Tim Street-Porter a Londra. Ulteriori documenti di approfondimento arricchiscono il racconto per immagini: il filmato per la regia di Philippe Charliat, con commento di Riccardo Felicioli, che è un vero e proprio viaggio di scoperta attraverso una città buia e misteriosa, dove Gae Aulenti guida il visitatore all’incontro con la Olivetti; il catalogo con testi di Giovanni Giudici che costituisce la chiave di interpretazione dei linguaggi e delle tecniche compositive che sono state approntate nel progetto dell’esposizione; il manifesto della mostra ideato da Clino T. Castelli, che ridisegna un nuovo e diverso uomo vitruviano generatore di una varietà di movimenti e forme, distante da soluzioni standard definitive.
La mostra a CAMERA si sviluppa attraverso le immagini originali dell’Archivio di Ivrea con l’obiettivo, oltre che di rievocare la stagione effervescente e dinamica di quegli anni, anche di proporre un pensiero che, con incredibile e ancora attualissima modernità, coniugava arte, industria, design, produzione e creazione di valore, a partire dal mondo del lavoro.
L’esposizione costituisce, quindi, anche un’occasione unica per il pubblico di conoscere un grande modello di impresa responsabile, la cui “immagine” è portavoce della cultura creativa più avanzata del tempo e oggi riconosciuta come patrimonio dell’UNESCO.
La mostra, nella primavera del 2019, sarà trasferita ad Ivrea, negli spazi del Museo Civico “P.A. Garda”.