Le Violon d’Ingres


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Vieux burg dans l’orage, Victor Hugo – plume, pinceau, barbes de plume, encre brune et lavis, fusain, rehauts de gouache blanche, réserves, pochoir sur papier beige 31,6 x 49,5 cm inv. MVHP.D.6 Paris, Maisons de Victor Hugo © Maisons de Victor Hugo / Roger-Viollet

L’Accademia di Francia, Villa Medici, a Roma promuove e ospita fino al 3 febbraio 2019, una mostra che rende omaggio alla potenza storica di Villa Medici, con l’intento di far incontrare la storia dell’arte con il contemporaneo e nata da un dialogo tra la curatrice Chiara Parisi e l’artista Christian Boltanski.

La mostra è incentrata sulla figura di Victor Hugo e su una selezione di suoi disegni e presenta al contempo le passioni e le ossessioni, meno conosciute dal pubblico, di figure straordinarie come Guillaume Apollinaire, Antonin Artaud, Samuel Beckett, Jean Cocteau, Sergueï Mikhailovich Eisenstein, Federico Fellini, Jean Genet, Sacha Guitry, Franz Kafka, Pierre Klossowski, Carlo Levi, René Magritte, Nelson Mandela, Louise Michel, Pier Paolo Pasolini, Arnold Schönberg, e dei contemporanei Etel Adnan, Chantal Akerman, Christian Boltanski, Chris Kraus, Pierre Guyotat, Abbas Kiarostami, David Lynch, Patti Smith e Robert Wilson. 

Qui, Jean-Auguste-Dominique Ingres – Prix de Rome e direttore di Villa Medici dal 1835 al 1841 – è presente con il suo celebre violino e proprio da lui nasce l’espressione francese ‘avere un violon d’Ingres’, in riferimento a quelle passioni meno visibili esternamente; talvolta ossessioni, che oggi come in passato si affiancano alle pratiche “ufficiali” delle personalità coinvolte in questo progetto, intrecciandosi a esse, accompagnandole, “deviandole” e rendendone più denso il pensiero artistico.

Il progetto intende mostrare come l’idea di creazione artistica non possa essere ridotta o incasellata all’interno di griglie disciplinari, ma trovi linfa proprio dalla contaminazione tra pratiche e ambiti diversi, che concorrono alla formazione di poetiche, visioni e cambi di direzione a prescindere dal contesto sia esso politico, letterario, filosofico, artistico, musicale.

Questa mostra è concepita attorno a opere d’arte che vanno da installazioni a dipinti, disegni, arazzi, sculture, immagini in movimento, che delineano un percorso libero all’interno degli aspetti più intimi, ossessivi e radicali di personalità che hanno segnato per sempre la nostra visione del mondo.

A corredo della mostra Electa-Mondadori ha pubblicato un catalogo in tre lingue (francese, italiano, inglese), che include un insieme iconografico delle opere e dei testi di Chantal Akerman, Gérard Audinet, Boris Bergmann, Christian Boltanski, Italo Calvino, Ian Christie, Pierre Georgel, Donatien Grau, Stijn Huijts, Jean-Auguste-Dominique Ingres, Pierre Klossowski, Chris Kraus, Nelson Mandela, Federico Nicolao, Hans Ulrich Obrist, Pier Paolo Pasolini, Arnold Schönberg, Patti Smith, Jacqueline Sudaka-Bénazéraf, con l’introduzione di Muriel Mayette-Holtz e una conversazione tra Chiara Parisi e lo psichiatra Bernard Granger.

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