Attraverso le sue sculture, Leonor Antunes reinterpreta la storia dell’arte, del design e dell’architettura del Ventesimo secolo, e in particolare la tradizione del Modernismo nelle sue istanze più radicali e di sperimentazione.
Questa mostra è concepita come una complessa installazione site-specific che invade i 1.400 metri quadrati dello spazio dello Shed: le opere, di cui molte create ex novo, entrano in dialogo con gli elementi strutturali e con la luce naturale per confluire in un’unica narrazione. Milano e la sua ricca tradizione modernista, in particolare il lavoro degli architetti Franca Helg (1920-1989) e Franco Albini (1905-1977), diventano fonte di grande ispirazione per l’artista che intreccia tali storie al retaggio culturale di aziende come Pirelli o Olivetti e ai loro progetti innovativi, realizzati a partire dagli anni Cinquanta insieme a creativi d’avanguadia. Per la mostra, Antunes approfondisce la collaborazione che ha avuto luogo negli anni Cinquanta e Sessanta tra lo Studio Albini-Helg e la casa manifatturiera Vittorio Bonacina, azienda storica della Brianza, l’odierna Bonacina 1889, attiva nella produzione di mobili ed elementi di arredo in giunco e midollino.
Il titolo della mostra “The last days in Galliate” rimanda alla ricerca dell’artista su Franca Helg, a cui si allude attraverso il nome della località affacciata sul lago di Varese e le Prealpi, in cui Helg ha progettato e costruito la casa di famiglia per i genitori, uno dei pochi esempi di suoi progetti edilizi firmati autonomamente al di fuori dello Studio, e in cui ha poi vissuto i suoi ultimi anni.