Fritz Koenig 1924-2017. La Retrospettiva


Stampa

Panorama di Firenze dal Giardino di Boboli con le opere di Fritz Koenig-da sinistra: Großer St. Martin Grande San Martino 1963/1964-Große Flora V Grande Flora V 1977/1978

Si è appena aperta e durerà fino al 7 ottobre la retrospettiva dedicata a Fritz Koenig (1924 – 2017), allestita a Firenze, agli Uffizi e al giardino di Boboli, ed è la più grande mostra monografica dedicata al creatore di “the sphere” delle torri gemelle di New York, scomparso nel febbraio 2017 all’età di 93 anni, con la quale si ripercorre, dagli anni ’50 in poi, i temi principali della sua opera, spesso ispirata all’arte italiana e all’antichità. La solitudine, l’estasi della coppia, il cavallo, i movimenti delle masse, l’Olocausto sono al centro della poetica dell’artista tedesco.
La mostra include disegni, modelli e sculture di piccolo e medio formato (agli Uffizi), tra cui i modelli per i monumenti sugli stermini di Mauthausen e altri non realizzati, e sculture monumentali in bronzo nel Giardino di Boboli.

La mostra è realizzata a cura di Alexander Rudigier, Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, Stefanje Weinmayr e si svolge sotto il patronato del duca Franz di Baviera, amico personale dell’artista e importante collezionista internazionale di arte contemporanea.

Il bronzo, la pietra, il corten delle monumentali sculture di Koenig ritmano gli spazi del capostipite dei giardini all’italiana offrendo alla vista l’intreccio prezioso fra le loro forme, lisce o ruvide, spesso apparentemente instabili e padrone di uno studiato disequilibrio, e lo sfondo di panorami unici e le quinte delle siepi, dei grandi alberi, dei prati.

Personalità forte e complessa Koenig negli anni rifiutò il mondo dell’arte e decise di ritirarsi, con la moglie Maria, nella sua tenuta di Ganslberg, in Baviera, dedicandosi con passione anche ai suoi amati cavalli purosangue arabi dei quali diventò allevatore, ai suoi pavoni, alle galline, ai gatti, insomma alla sua “arca di Noè” come la chiamava, circondato dalla sua collezione di arte africana tra le più notevoli al mondo.

L’opera di Koenig è stata anche oggetto di cinque documentari realizzati nel 1979 e nel 1996 dal regista Percy Adlon, il cui testo dal titolo “Fritz Koenig – come lo conoscevo” è presente nel catalogo della mostra, edito da Sillabe in italiano, inglese e tedesco, ricco di fotografie che documentano tutta la carriera e la vita dell’artista bavarese.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *