Al Museo Archeologico Salinas di Palermo, fino al 4 novembre è ospitata una mostra dedicata a Evgeny Antufiev (Kyzyl, Tuva, Russia, 1986), curata da Giusi Diana, organizzata dall’Assessorato Beni Culturali della Regione Sicilia, dal Museo Salinas in collaborazione con la Collezione Maramotti e inserita negli Eventi Collaterali di Manifesta 12.
Il percorso espositivo si sviluppa al piano terra dell’edificio fino all’Agorà in cui le opere di Antufiev aprono un dialogo con i reperti e artefatti del museo, con i quali trovano una collocazione naturale poiché la ricerca di Antufiev si ancora a iconografie simboliche di culture arcaiche. Le superfici ossidate e/o invecchiate delle ceramiche, delle fusioni e dei legni intagliati evocano antiche scoperte e appaiono come un “dono” rinvenuto nel paesaggio divenendo parte della Natura stessa. Identità ibride, capaci di generare assonanze tra mondi ed epoche differenti, filtrate dalla cultura visiva del suo paese di provenienza (la Siberia) e dalla tradizione artigianale russa nel trattamento dei materiali.
In mostra sono esposte una trentina di opere: sculture di legno intagliato, fusioni in bronzo, terrecotte, tutte formalmente connesse a iconografie simboliche, rinvenibili nei riti religiosi e pagani delle culture arcaiche. Tra di esse assume particolare rilievo l’iconografia funeraria che Antufiev esplora e ri-anima col suo peculiare sguardo, declinando un’ “invocata immortalità”, elemento fondante di tutta la sua ricerca artistica.
Il Museo Archeologico Salinas, il più antico dell’Isola, è la più importante istituzione museale pubblica dedicata all’arte greca e punica in Sicilia; e si è da poco tempo, aperto al contemporaneo. L’intervento di Evgeny Antufiev all’interno del percorso espositivo del museo archeologico, vuole sottoporlo ad un’affascinante e stimolante verifica: la mostra è una particolare rivisitazione del concetto stesso di collezione archeologica, che diviene premessa ed estensione del lavoro di un artista contemporaneo.
Questo progetto è, inoltre, sostenuto da: Silvana Editoriale, Milano; Museo Carlo Zauli, Faenza; Sara Zanin Gallery, Roma; Coopculture, Sicilia.