Il progetto “Signori prego si accomodino”, organizzato da NUOVE//Contemporary Art Production, in collaborazione con Elenka, Marsèll, Tasca D’Almerita e a cura di Geraldine Blais, giunge a Palermo in occasione di Palermo Città della Cultura Italiana e in ambito a Manifesta 12, dedicando una mostra a Lia Pasqualino Noto (Palermo, 1909 – Palermo, 1998).
La mostra gode patrocini di GAM, Galleria D’Arte Moderna, Palermo, Accademia di Belle Arti di Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, Palermo e a completare la mostra e coronare le opere dell’artista palermitana, espongono gli artisti: John Armleder / Morgane Tschiember, Sarah Buckner, Gianluca Concialdi, Nicolas Deshayes, Patrizio Di Massimo, Anna Franceschini, Gelitin, Chantal Joffe, Sonia Kacem, Athena Papadopoulos, Diego Perrone, Maia Regis, Francesco Simeti, Kiki Smith.
La mostra è allestita nella casa-studio di Lia Pasqualino Noto e gli artisti partecipanti sono stati invitati a relazionarsi con la vita e l’opera della pittrice palermitana, in un percorso che si riappropria degli spazi di casa Pasqualino Noto. Creando uno scenario capace di dialogare in sintonia con l’atmosfera e gli ambienti preesistenti, si rende testimonianza di quel fervore intellettuale che fu fra i più vivi focolari culturali della città di Palermo, ospitando tra le più radicali personalità del panorama artistico italiano fra le due guerre.
Il progetto espositivo intreccia passato e presente anche della famiglia Pasqualino Noto invitando, accanto agli artisti, i componenti della famiglia dell’artista: Beatrice, Caterina, Lia, Liuc, Maia, Matilde a realizzare alcune opere, con il fine di restituire l’immensa eredità che l’artista ha lasciato nell’esperienza delle generazioni successive.
Lia Pasqualino Noto, esponente del Gruppo dei Quattro insieme a Renato Guttuso, Nino Franchina e Giovanni Barbera, fu una dinamica e singolare voce femminile della pittura dei primi del Novecento, a lungo lasciata ai margini dal dibattito artistico, ma figura fondamentale del panorama culturale palermitano. La pittrice affrontò con ferma posizione e coraggiosa coerenza gli influssi dei nuovi stili pittorici del suo tempo, dagli epiloghi del futurismo sino al più deciso astrattismo. Nel suo percorso artistico e nella sua storia emergeranno i grandi contrasti dell’Italia tra gli anni ’30 e gli anni ’50, tra cui la questione del femminile, incontrata nelle sue personali difficoltà a raggiungere il successo, di pubblico e critica, in quanto donna, arrivando a giocare sull’equivoco creato dal doppio cognome “Pasqualino Noto” per lasciare credere che il suo lavoro fosse opera di un uomo, suo marito Guglielmo Pasqualino Noto.