Nicola Magrin. La traccia del racconto


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Nicola Magrin, Day lake, 2013, acquerello su carta, cm 56×76

“Nicola Magrin. La traccia del racconto” è il titolo della mostra allestita presso il Centro Saint-Bénin di Aosta, visitabile fino al 7 ottobre prossimo e curata da Daria Jorioz, composta da circa settanta acquerelli su carta di piccole, medie e grandi dimensioni, realizzati tra il 2009 e il 2018, che ripercorrono i temi salienti dell’artista: il percorso interiore dell’uomo e il suo rapporto con la natura selvaggia, la raffigurazione dei boschi e degli animali selvaggi, la montagna e i paesaggi notturni.
Nicola Magrin (Milano nel 1978), conosciuto dal pubblico anche come illustratore, ha realizzato per Einaudi le copertine dell’opera di Primo Levi; sue sono le copertine de “Il richiamo della foresta” di Jack London e del fortunato romanzo di Paolo Cognetti “Le otto montagne”.
L’Assessore all’Istruzione e cultura sottolinea che gli acquerelli di Nicola Magrin sono un elogio alla montagna e alla natura incontaminata e che la mostra accompagna il visitatore alla scoperta di un artista di grande sensibilità, che ha saputo coniugare efficacemente arte e letteratura, sintetizzando in una sola immagine le opere di importanti scrittori.
Questa mostra rivela la maturità espressiva di un autore che ha scelto l’acquerello come tecnica artistica esclusiva e presenta opere quali: “Walking” (cm. 300×114) e “L’infinito” (cm. 58×250), una selezione di tavole originali del libro di Folco Terzani, “Il Cane il Lupo e Dio”, e numerose carte riunite in gruppi tematici, dalle serie “Betulle” ai “Notturni”, da “Lupo e uomo” a “In baita”.
L’allestimento è arricchito da un video realizzato nello studio dell’artista che documenta la sua tecnica pittorica.

Per l’occasione è stato pubblicato un catalogo bilingue italiano-francese, edito da Silvana editoriale, contenente testi di Daria Jorioz, Paolo Cognetti e Monica Aldi.
Scrive in catalogo la curatrice Daria Jorioz: “Un intimismo minimalista permea le opere su carta di Magrin, che paiono emergere dalla luce algida di una giornata al termine di una nevicata e dal silenzio dell’inverno in montagna. L’artista pare prediligere la dimensione nordica, che da un’alba lattiginosa si sostanzia nei toni freddi di un pomeriggio immerso in una natura silente per culminare, nelle carte dei “Notturni”, in una notte dalla trama fittamente stellata”.

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