I primi passi. Opere dei primi borsisti d’arte dell’Accademia d’Ungheria in Roma


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Pál Molnár C, Göcseji Múzeum

Pál Németh cura per l’Accademia d’Ungheria in Roma la mostra, allestita presso la propria sede a Palazzo Falconieri fino al 15 aprile, che propone le opere dei primi borsisti ungheresi: Vilmos Aba-Novák (1894-1941), Pál Molnár C. (1894-1981), Pál Pátzay (1896-1979), István Szőnyi (1894-1960), giunti a Roma nel 1928. Essa è realizzata dall’Accademia d’Ungheria in Roma in collaborazione con la collezione Antal Lusztig del MODEM di Debrecen, del Museo Molnár C. di Budapest e di Pál Pátzay e presenta oltre 80 opere tra dipinti e sculture.

Questa mostra è realizzata in occasione delle celebrazioni del 90°anniversario della fondazione dell’Accademia d’Ungheria in Roma e si propone di presentare una selezione  delle opere dei caposcuola di una delle correnti più emozionanti e colorate della storia dell’arte ungherese, conosciuta come Scuola Romana ungherese, formata dai borsisti ungheresi.

Il “padre intellettuale” di tale scuola fu Tibor Gerevics, storico dell’arte e primo direttore dell’Accademia d’Ungheria in Roma. L’intento di Gerevich consisteva nel proposito di voler indirizzare gli artisti borsisti a studiare la tradizione artistica greco-romana nonché le tendenze  dell’arte moderna italiana anziché quella  francese e tedesca, dando vita in tal modo ad un nuovo stile romano ungherese.

Per Scuola Romana  non si intende una formazione accademica bensì un ambiente artistico caratterizzato da un’apertura tipica dei laboratori di formazione autodidatta, la cui forza risiedeva nelle influenze reciproche date dal luogo, ossia Roma e dagli artisti qui presenti.

Il primo gruppo di artisti borsisti, tra cui Vilmos Aba-Novák, Pál Molnár C., Pál Pátzay e István Szőnyi giunse a Roma nel 1928. Szőnyi dopo pochi mesi rinunciò alla borsa di studio e rientrò in Ungheria mentre gli altri grazie al prolungamento della borsa di studio programmata originariamente per un anno, realizzarono delle opere che corrispondevano in pieno alle concezioni estetiche ideate da Gerevich.

Gli artisti della Scuola Romana si presentarono per la prima volta a livello internazionale nel 1930 alla Biennale di Venezia.

Vilmos Aba-Novák, Pál Molnár C., Pál Pátzay, István Szőnyi, nel tempo divennero figure di rilievo nella storia dell’arte ungherese e, al loro rientro in Ungheria, ottennero numerose commissioni dallo Stato e dalla Chiesa. Al primo gruppo di borsisti, fino al 1942 ne seguirono altri 125 che poterono lavorare negli atelier della Palazzina, in alcuni casi soggiornandovi anche per due o tre anni.

L’erede della tradizione della Scuola Romana è il programma di borse di studio delle arti figurative attualmente in corso che offre agli artisti ungheresi la possibilità di usufruire di un soggiorno di studio e di lavoro a Roma.

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