Silvia Bigi. L’albero del latte


Stampa

Silvia Bigi, L’albero del latte

Silvia Bigi (Ravenna, 1985) dedica il suo progetto “L’albero del latte” a tutte le donne che combattono ogni giorno per essere latte e sangue allo stesso tempo, nell’incessante tentativo di conciliare le diverse dimensioni di sé. Questa intenzione è esplicitata nella mostra allestita alla Fondazione Dino Zoli di Forlì fino al 14 aprile 2018, realizzata a cura di Francesca Lazzarini. Essa apre ufficialmente Who’s next, programma teso alla promozione e al sostegno della creatività giovanile fortemente voluto dallo stesso Dino Zoli.

Stana Cerovic, ritratta insieme alla sorella Vukosava, moglie e madre, è stata l’ultima vergine giurata dei Balcani. Le tobelije erano donne disposte a diventare uomini (nei gesti, negli abiti e in ogni comportamento sociale) pur di sfuggire a matrimoni combinati, assicurandosi una vita indipendente in una società fortemente patriarcale.

Il titolo della mostra è tratto dal Kanun di Lek Dukagjini, un antico codice di leggi e consuetudini che definisce come Albero del latte la stirpe femminile in opposizione all’Albero del sangue, riservato all’unica vera discendenza: quella maschile.

A partire dalla fotografia di Vukosava e Stana, Silvia Bigi avvia una riflessione che tocca temi come il matrimonio, la dote, la sessualità e la perpetuazione di norme sociali dominanti, attraverso l’uso della  fotografia, suo linguaggio d’elezione, ma anche di installazioni, lavori tessili e opere audio.

Il progetto comprende opere legate alla sessualità (Esercizi di preparazione ai doveri della prima notte, 2017), al rapporto tra predeterminazione genetica e cultura (Il corredo della sposa, 2017), alla trasmissione dei modelli di genere (Gli anelli dell’albero, 2017) e alla ricerca di equilibrio nella costruzione dell’identità (Il sangue e il latte, 2017).

A completare il percorso espositivo, l’opera tessile Il codice (2017): un insieme di leggi al femminile composte in dialetto romagnolo, ricamate a mano su un lenzuolo, custodite e tramandate in segreto dalle donne di generazione in generazione.

Il titolo è tratto dal Kanun di Lek Dukagjini, un antico codice di precetti e consuetudini tramandate oralmente nei Balcani sin da epoca medievale, e forse ancor prima, e in seguito raccolte in forma scritta. Nel canone – che veniva tramandato dai membri anziani delle comunità e regolamentava l’intera vita sociale, giuridica ed economica dei territori di sua applicazione – veniva definita “Albero del latte” la stirpe femminile, mentre “Albero del sangue” indicava l’unica vera discendenza: quella maschile, dominante.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *