Elia Cantori


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Elia Cantori, Untitled (1_1 Map), 2016, Alluminio cm 55×90, Courtesy Galleria CAR DRDE, Bologna

Nella sede della Direzione generale della Banca di Bologna, in occasione di ArteFiera, è esposta fino al 4 marzo una mostra dedicata a Elia Cantori (Ancona, 1984), realizzata a cura di Simone Menegoi nella quale sono esposti alcuni nuovi fotogrammi, ovvero impressioni fotografiche dirette, senza la mediazione dell’obiettivo, della serie Dead Constellation, e alcune sculture in alluminio della serie Untitled (1:1 Map) (2016).

Elia Cantori è principalmente scultore, ma essendo un artista eclettico realizza opere fotografiche, installazioni, video. Nel suo lavoro attua il legame fra energia e materia; si rivolge ai fenomeni celesti, e al tempo stesso coltiva la dimensione chiusa dello studio, inteso come luogo di indagini e verifiche. La sua attitudine sperimentale, e il ricorso costante a processi fisici e chimici, sollecitano paragoni fra il suo operare e quello di uno scienziato. Fra le opere principali si ricordano Stanza (2008), una sfera di circa un metro di diametro in cui l’artista ha compattato le macerie della demolizione del suo studio a Londra e Untitled (Explosion) (2009-10), serie di fotogrammi di piccole esplosioni, in cui l’immagine coincide con la fonte luminosa che ne ha permesso l’impressione sulla carta. Untitled (Black Hole), una grande scultura in resina sulla cui superficie Cantori ha registrato, con la tecnica della camera stenopeica, l’immagine del suo studio, è stata esposta nel 2016 nella collettiva La Camera, Sulla materialità della fotografia, curata da Simone Menegoi nel Salone Banca di Bologna di Palazzo De’ Toschi.

Al piano terra della Direzione generale di Banca di Bologna Cantori espone alcuni nuovi esemplari della serie Dead Constellation [Costellazione morta], iniziata nel 2011. In apparenza, sono fotografie del cielo stellato. Di fatto, si tratta di impressioni dirette di una manciata di polvere di meteorite disposta sulla carta fotografica. Esposta alla luce, la carta si impressiona; restano esclusi i punti coperti dai corpuscoli di meteorite, che, una volta sviluppato il fotogramma, appaiono come luminosi punti bianchi sul nero. La polvere di meteorite, eco di una “costellazione morta”, disintegrata miliardi di anni fa, dà vita sulla carta a una nuova costellazione, immaginaria.

Le sculture della serie Untitled (1:1 Map) [Senza titolo (Mappa in scala 1:1)] sono calchi in alluminio, realizzati con la tecnica tradizionale della fusione in stampo di sabbia, di alcune mappe che l’artista conservava in studio. Del contenuto delle mappe la superficie in alluminio non rivela nulla; ritiene invece, ed enfatizza, le linee i piegatura, le tracce dell’uso e dell’usura. Le sculture sono dunque mappe (in scala 1:1, quella del calco) di mappe; non parlano del mondo, ma degli strumenti con cui lo raffiguriamo. Insieme, i fotogrammi e le sculture imbastiscono un discorso sui limiti e il fascino della rappresentazione cartografica.

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