René Paresce. Italiani a Parigi. Campigli, de Chirico, de Pisis, Savinio, Severini, Tozzi


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René Paresce, Autoritratto, 1917

Al Museo e l’Oratorio di Santa Maria della Vita di Bologna, fino al 25 febbraio prossimo è allestita la mostra “René Paresce. Italiani a Parigi. Campigli, de Chirico, de Pisis, Savinio, Severini, Tozzi”, promossa da Genus Bononiae e realizzata a cura di Rachele Ferrario.

La mostra è incentrata su un periodo irripetibile della storia dell’arte moderna italiana, partendo dalla figura di René Paresce, fisico, pittore e intellettuale del gruppo degli Italiani a Parigi, e ricostruendo il ruolo importante che ebbero Les Italiens nella sperimentazione tecnica e nell’abilità di unire il moderno con la tradizione.

René Paresce è una figura singolare nella storia dell’arte del Novecento: amico di Modigliani e Picasso, frequenta gli artisti dell’École de Paris e dal 1928 entra a far parte del gruppo degli Italiani, in contatto con Mario Tozzi, l’anima organizzatrice del gruppo, e con Massimo Campigli con cui condivide il giornalismo oltre alla passione per la pittura. A Parigi ha dipinto molte delle sue tele e ha vissuto da protagonista gli avvenimenti artistici del suo tempo.
Questa mostra ripropone il viaggio straordinario che Paresce e i suoi compagni compirono nel contesto artistico, ma anche letterario, politico ed economico della Parigi tra il 1928 e il 1933, attraverso una selezione di 73 opere scelte sulla base delle ricerche filologiche e storiche condotte negli ultimi quindici anni. Gli Italiani di Parigi furono importanti per il ritorno al “mestiere” che praticarono non solo in teoria ma anche nella pratica di tecniche pittoriche, che guardano alla tradizione italiana e la reinterpretano in una dimensione classica e onirica.
L’esposizione è stata l’occasione, attraverso la ricerca scientifica condotta da Gianluca Poldi (Centro delle Arti Visive, Università di Bergamo), per studiare e approfondire la conoscenza della tecnica pittorica impiegata da Paresce e dagli Italiani di Parigi. Sono stati analizzati i dipinti delle raccolte del MART di Rovereto e della Casa-Museo Boschi Di Stefano di Milano.

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