Il MA*GA di Gallarate ha organizzato e ospita, fino al 22 aprile 2018, una mostra dedicata all’attività pittorica e grafica di una delle icone letterarie del XX secolo: Jack Kerouac, padre della Beat Generation, attraverso 80 opere, tra dipinti e disegni.
Curano la mostra Sandrina Bandera, Alessandro Castiglioni, Emma Zanella, mentre il Comune di Gallarate partecipa all’organizzazione, con il sostegno di Ricola, Heritage Art Foundation e Fondazione Cariplo e in collaborazione con il Rivellino LDV, Locarno (CH).
Il percorso espositivo si arricchisce di fotografie di Robert Frank ed Ettore Sottsass, materiale documentario storico e un progetto di Peter Greenaway, oltre a un’intervista ad Arnaldo Pomodoro pubblicata in catalogo, che rievoca la sua esperienza alla Stanford University, in California, del 1966.
In mostra, in particolare, viene analizzato il suo labirintico processo creativo e le sue relazioni con la tradizione della cultura visiva americana, con gli altri autori del movimento Beat, da Allen Ginsberg a William Borroughs e i maestri della pittura informale e della Scuola di New York che Kerouac iniziò a frequentare dalla seconda metà degli anni cinquanta del secolo scorso.
La forza di queste opere risiede soprattutto nell’identità totale che Kerouac seppe condensare tra vita, produzione letteraria e ogni altra espressione creativa come la musica, il canto, la poesia, il cinema.
Il percorso è articolato in differenti nuclei che sviluppano riflessioni che intrecciano la vita e la poetica di Kerouac, dai ritratti di Joan Crawford, Truman Capote, Dody Muller o il Cardinal Montini ai riferimenti alla cultura beat, da Robert Frank a William S. Burroughs.
La mostra approfondisce inoltre le relazioni tra Kerouac e l’Italia, attraverso una selezione di fotografie scattate da Robert Frank e da Ettore Sottsass alla moglie Fernanda Pivano, ad Allen Ginsberg e allo stesso Kerouac ed è arricchita da un progetto inedito di Peter Greenaway dedicato proprio a Kerouac.
Una speciale sezione video amplia gli orizzonti culturali dell’evento, con la proiezione dell’intervista di Fernanda Pivano a Jack Kerouac, per gentile concessione di Rai Teche e di Pull My Daisy (1964), il cortometraggio (30 min.) sceneggiato da Kerouac, diretto da Robert Frank e Alfred Leslie, e recitato da alcuni protagonisti della Beat Generation, quali Allen Ginsberg e Gregory Corso.
In occasione della mostra è stata edita da Skira una pubblicazione scientifica, che rilegge in modo complessivo l’opera pittorica di Kerouac.