Palinsesti 2017


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Elio Caredda, Procol Harum, 2015 (foto di Laura Tessaro)

L’edizione 2017 della rassegna d’arte contemporanea Palinsesti, organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento in provincia di Poredenone, è la XXVIa e sarà possibile visitarla fino al 7 gennaio prossimo presso il Castello della stessa città.

Si tratta del progetto Mirabilium Archiva volto ad indagare il rapporto tra le istanze dell’arte contemporanea, la ricerca d’archivio ed il mondo naturale. La mostra coinvolge sei artisti di provenienza ed appartenenza generazionale diverse (Rachela Abbate, Giulio Bensasson, Daniela Di Maro, Anna Pontel, Nicola Toffolini, Carlo Vidoni), le cui opere coinvolgono i più vari media artistici: dall’installazione al disegno, dal video alla scultura, e così via, dove si trovano numerosi progetti realizzati dagli artisti proprio per questa occasione.
Un’altra “prima assoluta” è la performance di Michele Tajariol intitolata Trilogia del doppio – Tre atti sul disegno. L’artista, che da alcuni anni ha scelto di abbandonare la “fissità” della produzione scultorea per integrare, quest’ultima, nelle pratiche performative dell’azione e della danza, ha collaborato, in quest’occasione, con altre figure del mondo del contemporaneo, tra cui degli artisti visivi (Ludovico Bomben e Lorenzo Cianchi), un coreografo (Mattia Mantellato), un sound designer (Alberto Biasutti) e delle ballerine (Silvia Baldasso e Sara Bravin). La performance è realizzata in collaborazione con A.S.D. Passione Arte Danza di Pordenone.
All’Essiccatoio Bozzoli è invece ospitata la personale di Elio Caredda, curata da Antonio Garlatti e Giorgia Gastaldon, che costituisce un affondo sul lavoro Ush dar dam (2008) presente nella collezione d’arte contemporanea di San Vito al Tagliamento Punto Fermo. L’esposizione che unisce lavori meno recenti ad altri realizzati appositamente per questa rassegna vuole indagare l’evoluzione che l’artista ha compiuto in questi ultimi anni.
Si rinnova in questa nona edizione, curata da Davide Bevilacqua, anche il connubio tra Premio In Sesto e Antiche Carceri di San Vito al Tagliamento, le cui celle ospitano per la durata della rassegna l’esposizione dei progetti elaborati da Mathilde Caylou, Kai Richter e Péter Szalay, insieme a una selezione delle loro opere. Gli artisti provengono dalle ragioni di tre città gemellate con San Vito al Tagliamento: Rixheim, Stadtlohn e Nagyatád.
Il tedesco Richter ha realizzato installazioni site specific con anonimi materiali da costruzione, che contrappone concettualmente alle strutture visive dell’architettura classica e antica.
Partendo da calchi ed estrazioni di terreno, la francese Caylou crea sculture in vetro che attraverso la loro materialità rimandano alla relazione tra natura e paesaggio.
Infine l’ungherese Szalay utilizza plastica, legno, cemento e oggetti quotidiani per indagare la presenza di forme scultoree primarie sia nel mondo della scienza che nella cultura popolare.
Una sezione del premio, curata da Giada Centazzo, si trova invece a Pordenone, nelle sale espositive della Fondazione Ado Furlan, dove l’artista croata Ida Blažičko, vincitrice della scorsa edizione del Premio In Sesto, ha realizzato un’installazione in delicato materiale tessile, che ridisegna lo spazio espositivo. Entrambi i lavori proposti ben sintetizzano l’approccio creativo di Blažičko, esemplificando sia gli interventi in interni che le produzioni di arte pubblica dell’artista.

 

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