Tiepolo segreto


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Giandomenico Tiepolo, Figura femminile con clava e leontea Onfale -Deianira

Per la prima volta svelati al pubblico sette capolavori di Giandomenico Tiepolo (1727-1804) “palladianista” al Palladio Museum di Vicenza, opere che da oltre cinquant’anni erano conservate nelle residenze dei proprietari che coraggiosamente li salvarono dalle distruzioni belliche. Oggi gli eredi, convinti dell’opportunità di un godimento pubblico di tali capolavori, li hanno destinati al Palladio Museum. Ad essi viene dedicata una mostra, realizzata grazie alle competenze e alla collaborazione della Soprintendenza di Verona diretta da Fabrizio Magani, che la cura insieme al direttore del Palladio Museum, Guido Beltramini.

I sette affreschi di Giandomenico Tiepolo in mostra al Palladio Museum sono: “Ercole con Cerbero incatenato”, “Figura femminile con clava e leontea (Onfale? Deianira?)”, “Giove”, “Ercole e l’Idra”, “Ercole sul rogo” (iscrizioni: in alto a destra “Febraro 18 / 1773), “Coppia di satiri con vaso di fiori”, “Satiro con vaso e satiressa con tamburello”.

In questa vicenda s’intrecciano più storie. Quella della straordinaria arte dei Tiepolo, in grado di trasformare dalla radice la tradizione frescante veneta. Quella della difesa del patrimonio artistico negli anni cupi della seconda guerra mondiale. Ma esiste una terza storia che lega in modo indissolubile gli affreschi di Palazzo Valmarana Franco agli studi palladiani: essi infatti sono realizzati due decenni dopo la straordinaria decorazione di Villa Valmarana ai Nani, per il figlio del committente, Gaetano Valmarana. Nella dimora suburbana a poca distanza dalla Rotonda palladiana, per il padre Giustino Valmarana, i Tiepolo celebrano la naturalezza di una vita “moralizzata” in campagna. Vent’anni dopo, in città, a poca distanza dal Teatro Olimpico, il registro è completamente diverso: Tiepolo concepisce per il figlio una riedizione in pittura della magnificente scena del teatro all’antica di Palladio adottando non più il registro lieve e scherzoso della vita agreste ma il linguaggio aulico, monocromo ma nondimeno guizzante, della vicina architettura palladiana.
Le opere sono allestite nella Sala delle Arti al piano nobile di palazzo Barbarano, in continuità con le sale espositive del Palladio Museum.

La mostra è accompagnata da un catalogo con contributi di Fabrizio Magani, Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, Guido Beltramini, direttore CISA Andrea Palladio, Luca Fabbri, Maristella Vecchiato e Giovanna Battista, Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

In occasione della mostra, per ampliare l’opportunità di conoscenza del grande artista veneto, il Pallado Museum e Villa Valmarana ai Nani offrono una reciproca riduzione sui biglietti d’ingresso.

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