Kuniyoshi. Il visionario del mondo fluttuante


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Utagawa Kuniyoshi, La principessa Tamatori ruba il sacro gioiello dal Palazzo del Drago, (Ryūgū Tamatori hime no zu), 1853, trittico di ōban cm37,7×25,5 ciascuno, Masao Takashima Collection

Da oggi, 4 ottobre, fino al 28 gennaio prossimo, al Museo della Permanente di Milano è visitabile la mostra “Kuniyoshi – Il visionario del mondo fluttuante”, composta da 165 silografie policrome del pittore e disegnatore giapponese Utagawa Kuniyoshi (1798-1861) che evidenziano la sua straordinaria capacità tecnica e inventiva. Le opere, tutte provenienti dal Giappone, sono raccolte in diverse sezioni tematiche: Mushae (immagini di guerrieri ed eroi), Fantasmi e creature immaginarie, Beltà femminili, Paesaggio, Giochi e ombre. Due ulteriori approfondimenti sono inoltre dedicati agli eroi del Suikoden e ai gatti, entrambe grandi passioni di Kuniyoshi, che li rappresentò ripetutamente.

La mostra è la prima monografica dedicata all’artista in Italia e vuole presentare la produzione di Kuniyoshi nella sua interezza, evidenziando la strabiliante capacità tecnica e la capacità inventiva di questo maestro visionario.

Utagawa Kuniyoshi è considerato uno dei maestri dell’ukiyo-e, il genere di stampa artistica su carta, fiorito nel Giappone del periodo Edo (1600-1900), e le sue immagini sono state fonte di ispirazione per manga, anime e disegni in tutto il mondo. Celebre soprattutto per le rappresentazioni di guerrieri, in particolare quelle del romanzo Suikoden, best seller in Cina e Giappone, l’artista rappresentò anche figure femminili, attori kabuki, paesaggi, bambini e fantasmi.

Umorismo e satira attraversano la produzione di Kuniyoshi, che si cimentò spesso anche con giochi illusionistici, figure composite e parodie. I suoi disegni sono ricchi di colore, estremamente dettagliati, dall’atmosfera sospesa e barocchi, con personaggi possenti e gesti enfatici.

L’abilità e la curiosità di Kuniyoshi lo portarono a provarsi anche tecnicamente, prendendo a piene mani dalla pittura occidentale fino a imitare la resa dell’incisione da lastra di rame anziché da matrice in legno e distinguendosi proprio per questa nuova visione dai maestri del paesaggio Hiroshige e Hokusai.

Una figura poliedrica e intrigante tanto per la varietà dei soggetti, dalle beltà ai mostri agli eroi agli animali, tanto per la ricchezza della tecnica che ha dato vita a una scuola portata avanti per generazioni anche dopo di lui.

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