Al Museo della Permanente di Milano, fino al 10 settembre è allestita la mostra dedicata all’artista cinese Fang Zhaolin (nata a Wuxi nella provincia dello Jiangsu nel 1914 e scomparsa a Hong Kong nel 2006), realizzata a cura di Daniel Sluse e in collaborazione con Jean Toschi Marazzani Visconti.
La mostra, patrocinata dalla Regione Lombardia e dal Comune di Milano, ripercorre attraverso 66 opere – alcune di grandi dimensioni e tutte realizzate su carta di riso con pennello intinto in inchiostro nero o in pigmenti colorati – l’intero percorso pittorico di Fang Zhaolin, erede della tradizione artistica cinese, ma capace di creare uno stile che rispecchia lo spirito moderno del suo tempo.
Figlia dell’industriale Fang Shouyi, assassinato nel 1925 quando lei aveva solo undici anni, si sposò con Fang Xingao, ma rimase vedova a soli trentasei anni, riescendo ugualmente a studiare e dipingere malgrado abbia dovuto continuare a gestire la società del marito per poter mantenere i figli e ottemperare ai numerosi e pesanti impegni familiari.
Fang Zhaolin, personalità forte e intellettualmente libera, considerata oggi una delle figure prominenti della pittura cinese del XX secolo, ha creato con la sua pittura un ponte tra l’arte cinese e l’arte occidentale, perseguendo la ricerca di un linguaggio artistico che fosse radicato nella tradizione cinese ma che, al tempo stesso, si spingesse oltre ad essa. Fang Zhaolin realizzò una costante trasposizione e fusione degli elementi visivi dell’arte tradizionale cinese e dell’arte modernista occidentale.
Fang Zhaolin integra nella sua opera elementi visivi e tecniche artistiche del modernismo occidentale (Pollock, Kline, Kandinsky, Cezanne…) alla pittura paesaggistica cinese, introducendo significative novità nell’uso del pennello, della composizione e del colore.
Ma l’innovazione principale di Fang Zhaolin sta anche nella capacità di creare un ritmo musicale attraverso pennellate libere, incisive, poetiche, in costante alternanza fra inchiostri leggeri e spessi: la straordinaria e personalissima capacità di integrare la calligrafia cinese tradizionale nella pittura costituisce l’elemento cruciale della cinesità dei dipinti di Fang Zhaolin.
La calligrafia e la pittura hanno la stessa origine, non solo perché entrambe impiegano gli stessi mezzi di espressione, pennello, inchiostro, carta e pietra d’inchiostro, ma anche per il comune impiego di pennello, inchiostro e linee che costituiscono il nucleo della creazione calligrafica e pittorica.
Grazie alla collaborazione con ADeMaThè Italia, a chiusura della mostra, giovedì 7 settembre alle 16.30 e alle 17.30 si svolgeranno due “Cerimonie cinesi del tè” con degustazione tenute dal professor Marco Bertona, tea taster professionista diplomato in Cina presso l’Università di Scienze Agrarie di Canton, dove ha ottenuto il diploma statale di “Advanced Tea Taster”.