Stefano Arienti. Antipolvere


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Stefano Arienti e Foofwa d’Imobilité – Progetto per Proiezioni per Fenix, 2012

Dal 26 marzo al 16 luglio alla Galleria Civica di Modena, Palazzo Santa Margherita, sono esposte le opere di Stefano Arienti (Asola, MN, 1961) nella mostra personale “Antipolvere”, a cura di Daniele De Luigi e Serena Goldoni.
La produzione copre 25 anni di attività, approfondendo in particolare l’originalità del suo modo di intendere la pratica del disegno e del suo approccio nei confronti di stili, tecniche e modelli.
Opere su carta e su supporti inconsueti come i grandi disegni realizzati su teli da cantiere, commissionati da istituzioni pubbliche, fondazioni private, ma anche aziende come Ermenegildo Zegna e Kartell, sono testimoni di un percorso di ricerca incessante in cui le immagini sono sottoposte a infiniti processi di studio e variazione:fotocopiate, ricalcate, tracciate con forature, intessute o disegnate in oro.
Il titolo della mostra, Antipolvere, si riferisce non solo al materiale, ossia il telo antipolvere da ponteggio utilizzato in diversi dei lavori esposti, ma anche alla modalità di guardare al passato senza giudicarlo “polveroso”, rivisitandolo e rinnovandolo in continuazione senza alcun senso di soggezione o distanza, con un atteggiamento che riguarda il concetto di immagine nel suo complesso.
Figurano qui esposti due inediti realizzati nel 2017 con i quali Stefano Arienti propone un’interpretazione personale in chiave contemporanea della tradizione artistica italiana. La prima è un’opera concepita per il Museo Civico di Asola, paese natale dell’artista, e presentata in anteprima a Modena: un dittico ispirato alle ante d’organo dipinte dal Romanino per la cattedrale cittadina. La seconda opera è dedicata espressamente a Modena e realizzata grazie alla collaborazione con la Galleria Estese.
Tra le opere esposte vi sono anche progetti in cui il pubblico diventa protagonista del processo artistico, come i grandi libri delle firme, o è invitato a una fruizione attiva dell’opera, come accade per “I nomi di Ciserano”, un ambiente composto da tappeti tinti di nero e cuscini decorati a mano, e per i libri fotocopia, veri e propri strumenti di lavoro che diventano volumi d’artista a disposizione dei visitatori.
Una raccolta di diversi cicli di immagini verrà inoltre proiettata in un ambiente personalizzato in maniera originale dall’artista mentre nel chiostro di Palazzo Santa Margherita campeggerà un grande telo realizzato nel 2012 per l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, mai esposto in Italia.
Completa il percorso espositivo un videodocumentario prodotto dalla Galleria Civica di Modena, in cui l’artista racconta la propria poetica attraverso le opere in mostra. Un estratto dedicato all’opera ispirata all’altarolo di El Greco sarà visibile online sul sito della Galleria Estense e, per l’occasione è stato pubblicato il libro d’artista “Fuori registro”, edito da Corraini Edizioni, Mantova.

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