I volti dell’alienazione. Disegni di Roberto Sambonet


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Roberto Sambonet, I volti dell’alienazione

A Pavia, negli spazi di Santa Maria Gualtieri, è allestita fino al 12 marzo una mostra dedicata a Roberto Sambonet (Vercelli, 1924 – Milano, 1995) con il titolo “I volti dell’alienazione”,

promossa dalla Società della Ragione onlus, curata da Franco Corleone e Ivan Novelli in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia, con StopOpg, con l’Archivio Roberto Sambonet e con il sostegno della Fondazione Banca del Monte di Lombardia.

Questa mostra, che raccoglie 40 disegni e 70 studi realizzati da Sambonet tra il 1951 e il 1952 all’interno del manicomio brasiliano di Juqueri, a cinquanta chilometri da San Paolo in Brasile, dove venne invitato dal direttore Edu Machado Gomes, racconta e indaga il complesso fenomeno del disagio mentale. Questo viaggio nell’orrore smosse le coscienze e preparò il terreno per il lavoro di Franco Basaglia (che visitò quello stesso manicomio), mirato a far sì che non esistessero più “ergastoli bianchi”.

Prima di approdare a Pavia, la mostra è già stata ospitata alla Fabbrica del Vapore di Milano, al Teatro Chille de la balanza di Firenze, al Palazzo Municipale di Ferrara, al Museo in Trastevere di Roma, al Museo Ken Damy di Brescia, a Palazzo Lanfranchi di Matera, a Palazzo d’Accursio a Bologna e a Palazzo del Consiglio Regionale di Trieste.

Roberto Sambonet, tra il 1948 e il 1953, si è trasferito in Brasile, dove il suo linguaggio artistico ha vissuto una maturazione molto importante, che lo ha condotto verso quell’essenzialità della linea che divenne tratto fondamentale della sua opera, nella pittura, nella grafica e nella produzione di celebri oggetti di industrial design.

E, in Brasile, egli trascorse sei mesi nei reparti dell’ospedale, conducendo una sua personale ricognizione, e ritraendo gli internati in una serie di opere di grande intensità, a china e a matita, tutte capaci di andare al di là del volto e mostrare pensieri, emozioni, sentimenti.

Attraverso questi disegni si ripercorre una sorta di viaggio di umana partecipazione, uno scavo nelle pieghe della malattia e della sofferenza, che nel 1977 è stato raccolto nel volume Della Pazzia (M’Arte Edizioni, Milano 1977).

Qui l’artista accosta ai ritratti dei malati di mente testi di autori che nei loro scritti hanno affrontato e raccontato il tema della pazzia, come Allen Ginsberg, Dino Campana, Gaetano Donizetti, Friedrich Wilhelm Nietzsche, Edgar Lee Masters, William Shakespeare, Voltaire Friedrich Holderlin, Edgar Allan Poe.

Il catalogo della mostra è pubblicato da Palombi Editori.

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Informazioni su Anselmo Villata

Caporedattore dell'Agenzia Stampa Verso l'Arte, Vice Presidente Internazionale dell'Associazione Internazionale dei Critici d'Arte, Docente presso la 24Ore Business School e presso la Giunti Academy, Curatore, Critico d'Arte, Saggista, Cultural manager e Cultural planner orientato alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali con un'ottica all'interdisciplinarità e alle collaborazioni internazionali.

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