Sono tredici gli artisti che con le loro opere compongono la mostra collettiva “United” allestita al Centro d’Arte Malagnini di Saronno dal 25 febbraio al 18 marzo e sono: Gianantonio Abate, Dario Brevi, Gianni Cella, Tommaso Chiappa, Davide Ferro, Emanuele Gregolin, Ernesto Jannini, Olinsky, Lele Picà, Massimo Romani, Sabrina Romanò, Leonardo Santoli, Gianfranco Sergio.
La mostra è curata da Michele Malagnini, si avvale del testo critico di Edoardo Di Mauro e intende evidenziare “l’eclettismo stilistico che caratterizza lo scenario dell’arte da un trentennio abbondante. I temi portanti sono quelli tipici della nostra avanguardia, sempre attenta alla grande lezione del passato e della tradizione, al valore aggiunto della manualità, all’uso concettuale della pittura, ad un oggettualismo trasgressivo, ludico ed irriverente”.
Se Abate, Brevi e Cella si collocano nella galassia del Nuovo Futurismo, movimento di avanguardia nato a Milano nei primi anni Ottanta e promosso dal gallerista Luciano Inga-Pin, Santoli, Gregolin, Ferro, Picà, Sergio e Jannini, sono attratti dalla “dimensione dell’enigma”, da “figure umane, immagini del quotidiano”, dalla “analisi corrosiva dell’esistente”, che operano un corto circuito tra passato e presente. Dalla cerchia di artisti di Inga-Pin proviene anche Chiappa, che raffigura “luoghi, strade e persone. Moltitudini trafelate ed anonime che popolano la nostra dimensione ubiqua e globalizzata”.
Le icone polimateriche della Romanò, invece, echeggiano il mondo della Pop Art e dell’immagine di massa, ma rese originali attraverso “particolari spiazzanti”. Olinsky, scrive Di Mauro, “si è inventato una biografia e una storia false ma verosimili, gettando su di se una luce di ironico mistero” […] “dove personaggi dell’immaginario disneyano fanno la loro comparsa all’interno di capolavori, opportunamente reinterpretati, della storia dell’arte”. Romani, infine, è attento alla “sospensione enigmatica e metafisica” di un’immagine realista.