Keith Haring. About Art


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Keith Haring, Untitled, June 11 1984, acrilico su tela, 238,8 x 716,3 cm, Collezione privata © Keith Haring Foundation

Sono 110 le opere esposte a Palazzo Reale di Milano in una mostra dedicata a Keith Haring (1958-1990) e aperta da domani 21 febbraio fino al 18 giugno prossimo.

La mostra “Keith Haring. About Art”, curata da Gianni Mercurio, è promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale, Giunti Arte mostre musei e 24 ORE Cultura, Gruppo 24 ORE, con la collaborazione scientifica di Madeinart e con il contributo della Keith Haring Foundation.

Molte opere sono di dimensioni monumentali e alcune sono inedite o non sono mai state esposte in Italia e provengono da collezioni pubbliche e private americane, europee, asiatiche. Con esse si intende rendere il senso profondo e la complessità della ricerca dell’artista, mettendo in luce il suo rapporto con la storia dell’arte.

Keith Haring, Untitled, 1984, smalto su legno intagliato, 112 x 145 cm, Collezione A&H © Keith Haring Foundation

All’interno del percorso espositivo, i lavori di Haring vengono posti in dialogo con le sue fonti di ispirazione, dall’archeologia classica, alle arti precolombiane, alle figure archetipiche delle religioni, alle maschere del Pacifico e alle creazioni dei nativi americani, fino a arrivare ai maestri del Novecento, quali Pollock, Dubuffet, Klee.

Con questa mostra si intende realizzare una lettura retrospettiva corretta dell’opera di Haring, vista anche alla luce della storia delle arti che egli ha compreso e collocato al centro del suo lavoro, assimilandola fino a integrarla esplicitamente nei suoi dipinti e costruendo in questo modo la parte più significativa della sua ricerca estetica.

Le opere dell’artista americano si affiancano a quelle di autori di epoche diverse, a cui Haring si è ispirato e che ha reinterpretato con il suo stile unico e inconfondibile, in una sintesi narrativa di archetipi della tradizione classica, di arte tribale ed etnografica, di immaginario gotico o di cartoonism, di linguaggi del suo secolo e di escursioni nel futuro con l’impiego del computer in alcune sue ultime sperimentazioni. Tra queste, s’incontrano quelle realizzate da Jackson Pollock, Jean Dubuffet, Paul Klee per il Novecento, ma anche i calchi della Colonna Traiana, le maschere delle culture del Pacifico, i dipinti del Rinascimento italiano e altre.

Il suo progetto, reso evidente in questa mostra, fu di ricomporre i linguaggi dell’arte in un unico personale, immaginario simbolico, che fosse al tempo stesso universale, per riscoprire l’arte come testimonianza di una verità interiore che pone al suo centro l’uomo e la sua condizione sociale e individuale. È in questo disegno che risiede la vera grandezza di Haring; da qui parte e si sviluppa il suo celebrato impegno di artista-attivista e si afferma la sua forte singolarità rispetto ai suoi contemporanei.

La mostra è allestita in modo emozionante e al contempo denso di rimandi al contesto in cui la breve ed esplosiva vita di Haring gli consentì di esprimersi come una delle personalità più riconosciute dell’arte americana del dopoguerra.

Il catalogo, pubblicato da GAmm Giunti/24 ORE Cultura, comprende oltre a una vasta biografia illustrata e alla riproduzione di tutte le opere esposte, i saggi del curatore, Gianni Mercurio, Demetrio Paparoni, Marina Mattei, Giuseppe Di Giacomo.

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Informazioni su Anselmo Villata

Caporedattore dell'Agenzia Stampa Verso l'Arte, Vice Presidente Internazionale dell'Associazione Internazionale dei Critici d'Arte, Docente presso la 24Ore Business School e presso la Giunti Academy, Curatore, Critico d'Arte, Saggista, Cultural manager e Cultural planner orientato alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali con un'ottica all'interdisciplinarità e alle collaborazioni internazionali.

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