Seven Japanese Rooms. Fotografia contemporanea dal Giappone


Stampa

Lieko Shiga, Untitled, serie Rasen Kaigan, 2012

Alla Fondazione Carispezia di La Spezia è aperta al pubblico fino al 5 marzo 2017 la mostra “Seven Japanese Rooms. Fotografia contemporanea dal Giappone”, curata da Filippo Maggia, che rientra nel programma per le celebrazioni ufficiali del 150° anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia. Essa presenta le opere di Tomoko Kikuchi, Toshiya Murakoshi, Koji Onaka, Chino Otsuka, Lieko Shiga, Risaku Suzuki, e Chikako Yamashiro, sette tra gli artisti più rappresentativi del panorama giapponese oggi più che mai eterogeneo per metodi espressivi, tematiche e media utilizzati. La ricerca di questi fotografi è caratterizzata da approcci differenti, ma accomunata dalla vicinanza a temi strettamente legati alla realtà, dove l’esperienza diretta, rappresenta l’elemento fondante e comune a opere fra loro tanto diverse.

Koji Onaka e Risaku Suzuki giocano il delicato ruolo di collegamento con la generazione di artisti precedente, nella quale spiccano i nomi di Yasumasa Morimura e Hiroshi Sugimoto. Koji Onaka cattura il paesaggio giapponese in immagini a colori raccolte nel corso dei suoi numerosi viaggi attraverso il Paese e in mostra viene presentata una selezione di fotografie dalla serie Short Trip Again, Matatabi. Risaku Suzuki riflette, invece, sulla percezione dello sguardo verso soggetti semplici, la neve o i fiori di ciliegio, come nelle opere della serie Sakura presenti in mostra.

Tomoko Kikuchi, Chino Otsuka e Lieko Shiga appartengono a quella schiera di artiste volitive e indipendenti capaci, nell’ultimo decennio, di intraprendere strade anche difficili pur di affermare la propria ricerca. Tomoko Kikuchi si è trasferita in Cina per indagare temi “scomodi” e tenuti celati all’opinione pubblica, come quello dei transgender. Nella serie I and I, realizzata tra il 2006 e il 2011, Kikuchi ritrae le esistenze delle drag queen cinesi, dai giorni bui durante i quali trascorrevano esistenze sotterranee, fino all’epoca in cui iniziarono a intravvedere uno spiraglio di luce. Chino Otsuka, che risiede da anni in Inghilterra, approfondisce nelle proprie opere il rapporto tra storia personale e memoria: nel suo lavoro più recente Memoryscapes, presente in mostra, l’artista ha ri-fotografato alcuni dettagli di vecchie fotografie. Da Kitagama, nel nord-est del Giappone sull’Oceano Pacifico dove si è trasferita, Lieko Shiga manda per l’esposizione la serie Rasen-Kaigan, risultato della collaborazione dell’artista con gli abitanti del luogo, i cui soggetti sono i loro corpi che rappresentano storie troppo delicate e invisibili per essere trascritte.

Chikako Yamashiro indaga la cultura e le tradizioni del luogo in cui è nata e vive, Okinawa, in un puzzle dove realtà e sogno s’intersecano e sovrappongono, come accade nel video Your voice came out through my throat qui esposto. Anche Toshiya Murakoshi esplora la sua regione natale e dal 2006 lavora principalmente nella sua città di provenienza, Fukushima, realizzando fotografie in bianco e nero, serene e potenti, di paesaggi che sembrano ripercorrere i suoi ricordi.

Accompagna la mostra il catalogo curato da Filippo Maggia ed edito da Skira che raccoglie, oltre alle opere e agli artisti presenti, i lavori di altri sette fotografi della scena artistica giapponese contemporanea.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *