Dal 24 novembre al 24 marzo 2017, Marco Schifano (Roma, 1985) espone allo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano in una mostra nella quale presenta due nuovi cicli fotografici: “Ballet” e “Le spose di Max”, commentate da Gianluca Ranzi.
Con la serie “Ballet” si ripropone uno dei temi principali del lavoro di Marco Schifano, ovvero il dialogo tra tecnologia e natura, tra finzione e realtà, tra messa in posa e naturalezza. La fotografia diviene il mezzo attraverso cui l’artista esprime un sogno privato in cui la natura, l’eros e le metafore dell’arte convivono in nuove forme e inediti insiemi.
Questi lavori si imperniano su immagini elusive e seducenti, nate da un lungo e complesso processo di realizzazione, a partire dalle centinaia di scatti dal vivo di rare specie di pesci e fauna marina tropicali, poi pazientemente e “pittoricamente” giustapposti, assemblati e fusi insieme.
Anche nella serie “Le spose di Max” è presente il riferimento al sogno, in particolare in queste immagini c’è un diretto riferimento al famoso quadro di Max Ernst “La vestizione della sposa” del 1940, oggi nella collezione permanente della Peggy Guggenheim Collection di Venezia.
Come la donna ammantata che compare nell’opera del maestro del Surrealismo, anche le donne fotografate nude a mezzo busto da Marco Schifano portano una maschera rocambolesca e visionaria che copre loro completamente il volto, creando immagini a metà strada tra realtà e illusione, evocative, ma allo stesso tempo di grande presenza.
Le maschere fanno assomigliare le donne a dei totem fatti di fiori, frutta e piume, divinità incombenti, altere e ipnotiche in cui le forme bizzarramente animalesche hanno qualcosa di primitivo e di ancestrale, ma che si distinguono anche per l’eleganza della postura e lo sfarzo della composizione, magicamente dominata da un lussureggiante mondo vegetale.
Ancora una volta Marco Schifano coniuga attraverso l’uso della fotografia mondi lontani come l’arte e la scienza, l’antropologia e la botanica, la zoologia e la pittura, in un viaggio nomade e affascinante fatto tanto di rigore progettuale e di precisione ottica, quanto di suggestione e incantamento.