Allo spazio RossoSegnale/3001LAB di Milano, da domani è visitabile la mostra dedicata a Gianni Colognese, un autore non contemporaneo eppure ancora attualissimo, testimone di una delle più proficue e felici epoche della pittura italiana. Insieme ai lavori degli amici più famosi, come Sironi, De Chirico, Severini, Carrà, Tozzi, Campigli, Modigliani, Jacob, Utrillo, con cui aveva rapporti strettissimi di amicizia e di scambio artistico, prima a Parigi e poi a Milano, le opere di Colognese non sono certamente seconde per qualità e capacità alla lettura di una società in grande fermento che ha attraversato tutto il Grande Secolo, appena conclusosi.
Le opere sono state messe a disposizione dalla famiglia assieme a quelle su carta, gli schizzi del taccuino da disegno di Gianni Colognese, gli studi su carta, fatti spesso di tratti veloci, magari vergati sul retro di un menu di un ristorante o di un pacchetto di sigarette, sono mostrati per la prima volta al pubblico.
Questa mostra è una visione romantica, fatta di soffi sottili, leggeri profumi agresti, fumosi e intensi afrori dei locali parigini, decisi effluvi dai quartieri milanesi, colonie speziate di personaggi circensi o voluttuose fragranze femminili, viene “emanata” in maniera particolarmente felice dai disegni e dagli schizzi qui esposti.
Dalle parole della critica dell’epoca arriva il senso più profondo del lavoro di questo grande artista, dimenticato dal turbinio dei nuovi linguaggi dell’arte contemporanea, quel senso straordinario frutto della solitudine del suo lavoro, testimone vera e tangibile della sua essenza di artista, cui non serviva piegarsi e inchinarsi alla promozione di sé stesso.