Antonio Mancini. Genio ribelle


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Antonio Mancini, Bambina che legge, 1878, olio su tela cm 60x45

Antonio Mancini, Bambina che legge, 1878, olio su tela cm 60×45

Alla Galleria Bottegantica di Milano, da oggi fino al 18 dicembre è allestita la mostra “Antonio Mancini. Genio ribelle”, curata da Enzo Savoia e Stefano Bosi, che presenta 40 opere dell’artista romano con le quali si ripercorrono le tappe salienti della sua carriera, dagli esordi napoletani al periodo romano, dai soggiorni a Parigi, Londra e Dublino fino agli anni di Frascati.

Inoltre, sono qui analizzati i grandi temi affrontati da Mancini nel corso del suo iter creativo. Questi comprendono non solo i penetranti e noti ritratti di artisti circensi, musicisti di strada e poveri bimbi incontrati nei vicoli di Napoli, ma anche la ritrattistica ufficiale eseguita dietro commissione di alcuni dei più illustri esponenti della società internazionale del tempo, come pure i suoi intimi autoritratti che riflettono sia la giovanile agitazione interiore sia la serenità d’animo raggiunta nella tarda maturità.

Colorista geniale, Mancini (Albano Laziale, 1852 – Roma, 1930) è noto per i suoi audaci e innovativi metodi di pittura, caratterizzati da un impasto insolitamente spesso, che, soprattutto nella fase matura della sua attività, prevede addirittura l’inclusione di vetro, lana, madreperla e altri materiali liberamente disposti lungo la superficie pittorica.

Antonio Mancini. Genio ribelle è la prima personale che Milano dedica all’artista romano dopo la storica rassegna tenutasi nel 1962 alla Galleria d’Arte Moderna. Nel percorso espositivo s’incontrano lavori appartenenti al periodo napoletano come Lo scolaretto (1872), La figlia del Mugnaio (1872-1873), Acque basse (1874), Paglia rotta (1875), La zingara (1877-1878), Bambina che legge (1878) e le Due bambole (1878), che esaltano la barocca “napoletanità” di Mancini. Dipinti come Ciociara (1885) e Bevo la birra (1888) testimoniano invece il progressivo schiarimento delle tinte e l’alleggerimento della costruzione chiaroscurale messi in atto da Mancini durante gli anni romani, cui si aggiungerà, successivamente, un impasto cromatico sempre più spesso.

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