José Molina. Uomini e altri demoni


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Jose Molina, La prima mattina, 2015, dettaglio, olio su tavola, cm 115x115

Jose Molina, La prima mattina, 2015, dettaglio, olio su tavola, cm 115×115

Da oggi e fino al 26 novembre è possibile visitare la mostra personale dell’artista spagnolo José Molina (Madrid, 1965) dal titolo “Uomini e altri demoni”, allestita alla Galleria Deodato Arte di Milano a cura di Chiara Gatti.

La mostra è composta da circa quaranta opere, fra dipinti a olio, disegni e sculture, tutte opere recenti e inedite, esposte accanto a lavori storici e tende a raccontare il mondo sommerso della ricerca di Molina, il suo interesse, in bilico fra psicanalisi e antropologia, per i moti dell’animo umano, le pulsioni più intime che distinguono l’inconscio collettivo e nutrono quella genealogia di archetipi primari radicati nella esperienza dell’uomo, sin dalle origini. In un viaggio dentro le anse della nostra mente, Molina scava a caccia di istinti primordiali che traduce in immagini totemiche e primigenie, selvatiche e archeologiche, in una commistione di passato e presente, improvvisamente incontrati sul limite del tempo. Anime e volti si mescolano in un flusso di memoria. L’uomo e i suoi progenitori. La vita, la morte, il cerchio dell’esistenza. La realtà, i sogni, gli incubi.

La pittura di Molina è un grande specchio teso a svelare ciò che siamo nel profondo, quello che mostriamo agli altri e quello che invece nascondiamo. È una pittura colta che, nei ritratti, si dimostra erede della scuola fisiognomica rinascimentale; nei soggetti, tradisce altresì una matrice fortemente letteraria: attinge infatti dai miti e dalle leggende della letteratura mondiale, e intesse storie popolate di dei, eroi e demoni spesso attualizzati sullo sfondo di un panorama contemporaneo.

L’uomo di oggi e le sue relazioni con gli altri, con l’ambiente che lo circonda, è il protagonista di una monumentale saga del potere nelle opere già note, più volte esposte in occasione di mostre pubbliche e private, della collezione “Predatores” di cui si ricorda “Le Formiche II”. Nella collezione “Los Olvidados” affiora in superficie, su carte tratteggiate con matite nere e grasse, un corteo di creature ferite dalle leggi della selezione, relegate ai margini della storia per una fragilità congenita. Poetica è la riflessione che alimenta la collezione “Anima Donna”.

Tra le opere della collezione “Beloved Earth” emergono “La cacciata dal paradiso” e “La vita segreta delle piante”, realizzate a matita grassa, e il lavoro a olio dal titolo “La prima mattina”.

Nella collezione “The monsters under my bed” l’attualità torna al centro del discorso: lo sguardo acuto, critico, militante verso episodi di violenza e sopraffazione (Desaparecidos), verso personaggi dal potere molesto (I signori della guerra), verso vizi (Amore Morboso) e corruzione ricorda in sottotraccia, anche nel segno affilatissimo della matita, le condanne di Goya nei cicli leggendari de “I Disastri della guerra” o “I Capricci”.

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