Il viaggio tra figura e astrazione di Conrad Marca-Relli


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Un'immagine della mostra, foto Open Art

Un’immagine della mostra, foto Open Art

È stata inaugurata venerdì 8 ottobre e resterà aperta fino al 10 dicembre la mostra “Conrad Marca-Relli. Tra Figura e Astrazione”, ospitata dalla Galleria Open Art di Prato in collaborazione con la Galleria d’Arte Niccoli di Parma, custode dell’Archivio Marca-Relli. La cura è di Mauro Stefanini, mentre il testo in catalogo è di Marco Scotti il quale ripercorre con puntiglio storiografico le vicende di questo artista, snodo basilare per comprendere gli sviluppi dell’arte americana, specie per quel che riguarda l’espressionismo astratto. Scotti si sofferma sui giudizi maturati nel corso degli anni da parte della critica, partendo dalla mostra di dodici anni fa “Tensioni composte”, sempre alla Open Art a Prato. Muovendo dalle osservazioni del curatore di allora Bruno Corà che evidenziava nel lavoro di Marca-Relli antinomie e dualismi, il giovane studioso comprende l’importanza di una ricostruzione oggettiva che permetta di riportare «la traiettoria storica in un contesto più ampio, per arrivare a capire il ruolo di Marca-Relli nel panorama contemporaneo e le sue numerose “riscoperte” e “riconsiderazioni”».

Conrad Marca-Relli nasce a Boston nel 1913 da genitori italiani. Il suo vero nome infatti era Corrado di Marcarelli, poi anglicizzato per ovvi motivi. A quattordici anni si trasferisce a New York con la famiglia. Lì nel 1949 fonda l’8th Street Club assieme a Mark Rothko, Franz Kline e Willem De Kooning. Nello stesso anno con loro organizza il “Ninth Street Show”, ritenuta la prima esposizione dell’espressionismo astratto, termine sul quale si è discusso parecchio e che, almeno per quel periodo, racchiude una serie di esperienze artistiche assai diverse tra di loro (per questo motivo la mappatura critica di Scotti è utile alla causa). Marca-Relli non si considererà mai completamente “espressionista astratto”, così come De Kooning che rifiutò l’accostamento con più virulenza. Nel 1956 tocca a lui riconoscere la salma dell’amico e vicino di casa Jackson Pollock al quale dedicherà uno dei suoi quadri più celebri “The death of Jackson Pollock”, un enorme collage tenuto segreto per anni.

Successivamente Marca-Relli è a Parigi e poi a Roma dove conosce Alberto Burri. Intanto il suo nome comincia a essere pronunciato con maggiore insistenza: musei come il Solomon R. Guggenheim e il Whitney Museum di New York acquistano le sue opere che entreranno a buon diritto nelle rispettive collezioni. All’inizio degli anni ’50 l’artista abbandona la pittura surrealista degli esordi per abbracciare il “collage painting”, d’ora in avanti sua cifra stilistica, sperimentato sovente su scala monumentale. Viaggia parecchio nel corso degli anni e dopo una permanenza a Ibiza e in Florida, va a vivere nel New Jersey e nel 1997 a Parma dove muore nell’agosto del 2000. La scelta cade sulla città emiliana non a caso, ma nasce da una lunga amicizia con la Galleria Niccoli che ancora oggi ne custodisce l’archivio, creato per volontà dello stesso Marca-Relli.

«Marca-Relli ha avuto un ruolo centrale in un sistema di rapporti e contrapposizioni che hanno attraversato l’arte del secondo Novecento tra Europa e America» si legge nel testo di presentazione alla mostra. Affermazione quanto mai veritiera che è possibile constatare di persona osservando con attenzione le opere esposte a Prato. Vanno dagli anni ’40 fino alla metà degli anni ’80, dunque sono esaustive di un percorso che parte dal figurativo e giunge, per mezzo del collage, all’astrazione, intesa come una ricerca formale della rappresentazione pittorica. Come aveva fatto, seppur con esiti diversi, Matisse che dai sentieri roboanti del fauvismo era approdato alla sintesi razionale dei papiers découpés di “Jazz” del 1947, vale a dire due anni prima che Conrad Marca-Relli salpasse definitivamente le vele.

“Conrad Marca-Relli. Tra Figura e Astrazione”. Galleria Open Art, viale della Repubblica, 24 Prato. Fino al 10 dicembre. Orari: dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19.30; sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.30. Chiuso domenica e festivi. Info: +39 0574 538003 www.openart.it galleria@openart.it

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