La prima retrospettiva dedicata da un’istituzione europea a Kishio Suga (Morioka, Giappone, 1944), è allestita presso Pirelli hangar Bicocca dal 30 settembre prossimo al 29 gennaio 2017.
La mostra, che fa parte degli eventi celebrativi del 150° anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia, è curata da Yuko Hasegawa e Vicente Todolí, i quali propongono oltre venti installazioni realizzate da Suga dal 1969 fino ai giorni nostri.
Questo insieme di opere, ripensate e riadattate dall’artista in funzione dell’architettura industriale di Pirelli HangarBicocca, creano un intenso legame con i vasti spazi delle Navate e un unico percorso dove convivono leggerezza e incombenza, linearità e tensione, solidità e immaterialità e si presentano, anche in questa occasione e in continuità con la sua pratica, come interventi temporanei che hanno la durata della mostra, quindi site-specific nello spazio e nel tempo.
Mettendo in luce gli aspetti di coerenza e di sperimentazione che caratterizzano la ricerca di Suga, “Situations”, si presenta come un paesaggio costituito da elementi organici e industriali e da materiali differenti, come ferro, zinco, legno, pietre e paraffina, spesso ricercati in loco.
Il percorso espositivo si apre con Critical Sections, 1984, l’unica opera sospesa della mostra, ricostruita per la prima volta. Tessuti bianchi e neri scendono dal soffitto da più di venti metri di altezza e sono intrecciati dall’artista, intervallati da rami trovati in loco e collegati a terra a lastre di zinco che si dispiegano sul pavimento. Lungo le navate si alternano invece installazioni, come Continuous Existence—HB, 1977/2016, o Infinite Situation III (door), 1970/2016, con cui Suga indaga la relazione tra il pavimento e le pareti attraverso l’utilizzo di materiali come legno e rami. Altre opere sono concepite come indagini sui materiali utilizzati e sulle loro caratteristiche fisiche, come Parallel Strata, 1969/2016, realizzata interamente con grandi fogli di paraffina sovrapposti, o Soft Concrete, 1970/2016, composta da cemento, ghiaia e lastre di metallo. Lo spazio del Cubo è reso inaccessibile al pubblico con Left-Behind Situation, 1972/2016. L’opera, ricostruita nella versione più grande mai realizzata fino ad ora, è composta da un unico cavo metallico di tipo industriale che è teso nello spazio su due livelli, congiungendo diversi punti delle quattro pareti e creando orizzontalmente intersezioni diagonali su cui sono poggiati in precario equilibrio blocchi di pietra e di legno.
All’esterno, invece, il visitatore potrà osservare Unfolding Field, 1972/2016, installazione costituita da pali di bamboo posti su strutture di cemento e cavi leggeri, che si presenta come un intervento dell’artista fuori dal contesto museale e che mette in luce l’importanza degli elementi naturali nel lavoro di Kishio Suga.