La città di Cherasco (CN), in collaborazione con l’Associazione “Cherasco 1631” e con il patrocinio della Regione Piemonte, dedica una mostra alla dinastia sabauda, aperta fino al prossimo 16 ottobre, a Palazzo Salmatoris “Nel Segno dei Savoia. Cherasco Fortezza Diplomatica”, curata da Daniela Biancolini, già Direttore di Palazzo Reale a Torino, e dallo storico Flavio Russo.
I numerosi oggetti, dipinti e documenti esposti provengono da istituzioni prestigiose come il Castello di Racconigi, il Museo della Sindone, l’Archivio di Stato di Torino, il Museo Diocesano di Alba, il Museo Adriani, l’Archivio Storico della Città di Cherasco, il Consorzio Irriguo Canale Sarmassa e da alcuni collezionisti privati.
La mostra si articola in dodici sale dove si susseguono, in un percorso cronologico dinastico, tutti i sovrani sabaudi a partire da Emanuele Filiberto, che nel 1563 trasferì la capitale del Ducato da Chambery “al di qua delle Alpi”. Ciascuna sala accosta ai ritratti dei sovrani e delle rispettive consorti i documenti e le opere che hanno caratterizzato la loro presenza sul territorio come, ad esempio, la realizzazione del Canale Sarmassa e le mura cittadine.
Fulcro della mostra è il momento della firma del Trattato di Pace di Cherasco del 1631 rappresentato dall’originale custodito nell’Archivio di Stato di Torino. Viene, inoltre, riservata grande importanza al passaggio della Santa Sindone nel Gabinetto del Silenzio, in occasione del grande assedio di Torino del 1706. Per questo evento sono esposti i rotoli originali sui quali era avvolto il Santo Sudario, prestati dal Museo della Sindone di Torino.
La visita procede nelle sale dedicate a Vittorio Amedeo III, alla firma del Trattato del 1796 con Napoleone Bonaparte e all’inizio dell’esilio della famiglia regnante. Seguono una sala dedicata alla Restaurazione e una, al primo piano, a Carlo Alberto e all’apporto delle famiglie nobili alla causa risorgimentale.
La conclusione del percorso è al piano terreno nella sala dedicata al Regno d’Italia con documenti sul controllo del Canale Sarmassa, nonché fotografie e lettere che testimoniano la presenza dei sovrani sul territorio.