L’arte per l’arte. Da Previtali a Mentessi, da Boldini a De Pisis. Un nuovo percorso al Castello Estense


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Gaetano Previtali, L'Assunzione, 1901, Olio su tela, cm 105x87 - © Le Immagini, Luca Cavagna, Ferrara, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea - Museo dell'Ottocento

Gaetano Previtali, L’Assunzione, 1901, Olio su tela, cm 105×87 – © Le Immagini, Luca Cavagna, Ferrara, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea – Museo dell’Ottocento

Per un anno, da oggi 15 giugno al 4 giugno 2017, al Castello Estense di Ferrara si rinnova la galleria di capolavori ferraresi d’arte moderna, a cura di Chiara Vorrasi, conservatrice delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea. Un nuovo allestimento di opere di Giovanni Boldini, Gaetano Previati, Giuseppe Mentessi e di altri artisti attivi tra Otto e Novecento si affianca al percorso dedicato a Filippo de Pisis, nella sontuosa cornice del monumento simbolo di Ferrara. È questa un’ulteriore occasione per ammirare il patrimonio delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari, rimasto celato in seguito al terremoto del 2012. L’intento degli organizzatori e degli enti curatori è quello di continuare a tenere vivi i musei, nonostante la chiusura della loro sede per restauro e offrire una nuova opportunità per visitare il Castello Estense.
L’edizione 2016 dell’Arte per l’arte si apre con uno scorcio sull’arte italiana tra Ottocento e Novecento, focalizzando l’attenzione sul contributo degli artisti ferraresi. Nelle sale fastosamente decorate dell’appartamento di rappresentanza al piano nobile del Castello Estense si sviluppa un nuovo allestimento che presenta un breve ma interessante viaggio tra alcuni dei diversi orientamenti che, sul finire dell’Ottocento, fecero a gara per rinnovare i convenzionali linguaggi dell’arte: dalle poetiche del vero all’arte di idee, dalla pittura di macchia al divisionismo, dalla rappresentazione della vita moderna alle suggestioni decorative del Liberty. Tra i protagonisti vi sono artisti ferraresi attivi sulla scena italiana, come Giuseppe Mentessi, Alberto Pisa o Arrigo Minerbi, e, accanto ad essi, figure di statura internazionale quali Giovanni Boldini, celebrato ritrattista della Belle Epoque, e Gaetano Previati, che fu interprete del divisionismo e della vague simbolista. L’ordinamento si sviluppa per sale tematiche che richiamano i motivi portanti delle ricerche a cavallo tra Otto e Novecento: il ritratto moderno e i suoi nuovi codici, i temi storico-allegorici e la dimensione monumentale e decorativa, i nuovi soggetti della modernità, il paesaggio reale e il paesaggio dell’anima, le tensioni morali e spirituali alla vigilia della grande guerra.
Il percorso prosegue poi nello scrigno dei Camerini di Alfonso I, dove rimane allestita la selezione di capolavori di Filippo de Pisis, che racconta la parabola artistica di un altro talento ferrarese, attivo sul palcoscenico italiano e parigino a partire dagli anni Venti del Novecento. Il ricchissimo fondo ferrarese di opere depisisiane, costituito soprattutto grazie all’attività della Fondazione Pianori e al generoso lascito di Manlio e Franca Malabotta, permette di rivisitare tutto il suo percorso creativo. Dalle opere giovanili, da cui traspare la riflessione di De Pisis sull’incontro con De Chirico e la pittura metafisica, ai capolavori del periodo parigino che segnano la nascita di un linguaggio personale, trascrizione pittorica delle brucianti emozioni che la Ville lumière procura al pittore, fino alla produzione successiva al rientro in Italia, esiti estremi nei quali la poesia delle immagini si spoglia fino all’essenziale.

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