Ad Ancona, presso il Museo Tattile Statale Omero, nella monumentale settecentesca Mole Vanvitelliana, da domani, 11 giugno e fino al 4 settembre è allestita la mostra “Visioni animali”, curata da Antonello Rubini, promossa e organizzata dallo stesso Museo Tattile Statale Omero e dedicata alle “Sculture d’Arte Contemporanea” a soggetto animale.
La mostra è composta da una sessantina di opere che permettono al visitatore di compiere un viaggio attraverso la raffigurazione animale nella scultura contemporanea, affrontata da artisti significativi che coprono quasi ottant’anni di produzione italiana; l’opera più “antica” è l’Aquila di Martini, del 1938.
Il gruppo di artisti che rappresentano il tema di questa mostra, sono coloro che hanno costruito la storia della scultura della seconda metà del secolo scorso: Floriano Bodini, Federico Bonaldi, Giuseppe Capitano, Nino Caruso, Pietro Cascella, Alik Cavaliere, Bruno Ceccobelli, Enzo Cucchi, Giorgio de Chirico, Agenore Fabbri, Pericle Fazzini, Novello Finotti, Giosetta Fioroni, Piero Gilardi, Giuliano Giuliani, Paolo Grassino, Luigi Mainolfi, Marino Marini, Gino Marotta, Arturo Martini, Alberto Mingotti, Luciano Minguzzi, Nero/Alessandro Neretti, Beatrice Pasquali, Augusto Perez, Francesco Petrone, Luigi Puxeddu, Sergio Ragalzi, Giorgio Russi, Francesco Somaini, Tito, Valeriano Trubbiani, Nanni Valentini, Cordelia von den Steinen.
Il raffigurare gli animali è una pratica che nasce con l’uomo. Già nella preistoria egli li disegna, dipinge, scolpisce, svelando le ricche potenzialità della rappresentazione animale, che sono assai molteplici sia sul piano iconografico che iconologico-simbolico. Dalla natura alla cultura, dunque; una trasposizione visiva che passa per un ampio spettro di interessi, oltre a quello istintivo e necessario per la natura tutta, spaziando tra scienza, storia, mito, religione, costume, ecc., e ovviamente dimensione artistica.
Un’esposizione, questa, sugli animali, di sculture in cui essi sono soggetti assoluti o contestualizzati, comunque protagonisti, pure in quei casi di più lontana o parziale evocazione, offrendone visioni, utilizzi e concretizzazioni materiali diversificati, fondata sull’idea di mettere insieme lavori in cui risulta uno spiccato senso di personale interpretazione. Ma allo stesso tempo tale mostra si pone come occasione di possibile riflessione sull’importanza, sulle possibilità, sul percorso e l’evoluzione, sull’attualità, sulla “resistenza” della scultura nella contemporaneità, che pare oggi trovare troppo poco spazio nel lavoro stesso degli artisti delle nuove generazioni.
Le opere esposte sono fruibili da parte di visitatori vedenti e non, come del resto tutte quelle ospitate nella ricca collezione permanente del Museo Tattile Statale Omero. L’osservazione tattile è il principale canale di conoscenza del museo, da annoverare fra i pochi specializzati a livello mondiale e già organizzatore di importanti antologiche: Francesco Messina (2004), Giacomo Manzù (2005), Loreno Sguanci (2005 e 2007), Walter Valentini e Roberto Papini (2011), Valeriano Trubbiani (2012), Paolo Annibali (2014) e la mostra Il Rinascimento oltre l’immagine (2015).
Il catalogo, edito da De Luca Editori d’Arte, contiene le riproduzioni a colori delle opere, i testi di Antonello Rubini e Simone Dubrovic e le note biografiche degli artisti.