Fabio Iemmi. Profeti in patria


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Fino al 24 novembre, al Castello medievale di Montecchio Emilia (RE), in ambito al progetto “Profeti in Patria”, la manifestazione di mostre ed eventi promossa dal Comune, si completa con un tributo a Fabio Iemmi.
L’iniziativa, avviata nel 2016 con Graziano Pompili, proseguita nel 2017 con Omar Galliani e negli anni successivi con artisti attivi nella fotografia e in altre discipline, vuole offrire, rovesciando il senso comune che vuole “nemo propheta in patria”, un riconoscimento a coloro che, nativi o residenti da lungo tempo a Montecchio, si siano distinti in campo artistico.

Fabio Iemmi, Anatomia del cosmo, 2013, tecnica mista su carte orientali, cm 200×200


Scrive Sandro Parmiggiani: “Fabio Iemmi è un artista del tutto peculiare, per il quale l’immediata definizione di pittore che se ne potrebbe dare appare presto senz’altro riduttiva, giacché non riesce a coglierne un altro aspetto fondamentale del suo lavoro: la multiforme attività di sensibile ideatore di ambienti nei quali la sua creatività punta a trasformarne gli spazi e l’atmosfera; il lavoro sulla conservazione e il recupero dell’antico, attraverso il restauro di muri e di affreschi. Scavando più a fondo, possiamo dire che il colore e la superficie pittorica sono le questioni attorno a cui da sempre si è arrovellata la sua ricerca: pigmenti naturali studiati e ricercati che possiamo vedere raccolti e conservati nello studio; supporti vari, dalle ruvide, spesse tele a trama larga ai serici tessuti preziosi che ondeggiano nell’aria, dalle superfici lignee ai tappeti. Del resto, l’infanzia di Iemmi è segnata, in ragione dell’attività dei genitori, dalla cultura dei tessuti: in un qualche modo ne ha respirato gli effluvi e si è riempito gli occhi delle forme e dei colori che vi erano impressi. Tutta la sua ricerca pare in realtà segnata da quella memoria, con la quale mai ha interrotto il rapporto: ecco i suoi dipinti e le sue superfici in cui s’alternano frammenti di linee, allusive a evocazioni della geometria, e fiamme, bagliori lontani e cupezze di colori che ci restituiscono l’incanto delle cangianti stagioni della natura e dei sentimenti interiori”.
Durante il periodo della mostra si terranno due tavoli di lavoro sui temi: “Il colore della narrazione” e “La pelle dell’architettura”.

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