Gaetano Pesce. Il tempo multidisciplinare


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Gaetano Pesce, Fioreinbocca, 1969

Palazzo della Ragione di Padova accoglie, fino al 23 settembre prossimo, più di 200 opere di Gaetano Pesce, tra idee, progetti, installazioni e opere inedite, in una mostra che costituisce il percorso dei 60 anni di carriera offrendo al visitatore un’esperienza personalizzata che lo trasforma in esploratore attivo di questo mondo multidisciplinare.

Gaetano Pesce (La Spezia, 1939), architetto-designer-artista, ha ideato personalmente questo progetto espositivo appositamente per la città di Padova alla quale è legato da un sentimento di affetto fin dalla giovinezza. Il ritorno di Pesce a Padova, dove si è formato e ha mosso i primi passi come scultore nel “Gruppo N”, avviene nel segno della multidisciplinarità, un approccio che ha caratterizzato tutta la sua produzione artistica.

Dunque, il percorso si svolge passeggiando tra le pedane di diverse altezze e dimensioni dove sono alloggiate le opere, distribuite di proposito senza ordine cronologico e i diversi cammini sono un’occasione per illustrare i temi che caratterizzano il pensiero creativo di Gaetano Pesce. Ogni pedana non serve solo da piedistallo per un’opera, ma ha una sezione “interna” che può essere aperta per scoprire le altre opere che custodisce. L’allestimento è studiato in modo che ognuno possa scegliere il proprio personalissimo percorso tra opere storiche, icone del secolo scorso, progetti architettonici originali, modellini di sedie ospitate nei più importanti musei del mondo e modelli-esperimenti mai divenuti prodotti finiti. E anche disegni, prove di materiali innovativi, lampade con messaggi sociali, poltrone che commentano la realtà del nostro tempo e armadi che raccontano una storia. Tutto questo è il mondo di Gaetano Pesce, che mette la curiosità anche al centro di due progetti architettonico urbanistici di grande originalità e spessore dedicati a Padova: Passeggiata per Padova, 2015 e Padova onora Galileo, 2015.
Inoltre, all’esterno del Palazzo della Ragione, come continuum del dialogo dell’artista con la città tanto cara, svetta un’opera imponente: la “Maestà Tradita”, una scultura che ricorda ancora la sofferenza della donna “martire”.

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