Milano e la mala. Storia criminale della città dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca


Stampa

Milano, 08/02/1968
Festa al Number One organizzata da Marina Cicogna dopo la prima del film “I Giovani Tigri” di Antonio Leonviola
Nella foto: Beppe Piroddi e Odile Rodin (Odile Marie-Josèphe Léonie Bérard)
@AF [721714]

Con 170 immagini d’epoca, documenti, “strumenti del mestiere”, reperti, periodici e quotidiani che documentano l’evoluzione della malavita in città, il Comune di Milano presenta una mostra che mette in scena la storia della criminalità a Milano, tra la fine degli anni Quaranta e la metà degli anni Ottanta. La mostra, a cura di Stefano Galli, promossa da Comune di Milano – Cultura, Direzione Musei Storici, organizzata dall’Associazione Spirale d’Idee, è allestita a Palazzo Morando, Costume Moda Immagine, fino all’11 febbraio 2018 e illustra i primi gruppi improvvisati dell’immediato dopoguerra, l’affermazione di sofisticate strategie malavitose, le imprese più clamorose e i profili dei suoi protagonisti, dai criminali della rapina di via Osoppo a Luciano Lutring, da Francis Turatello a Renato Vallanzasca.

Il percorso espositivo, ordinato cronologicamente, prende avvio dalla fine della seconda guerra mondiale e si dipana attraverso la famosa rapina di via Osoppo del 1958, definita “il colpo del secolo”: l’assalto di sette uomini a un portavalori che si impossessò di un bottino di oltre 614 milioni di lire senza neppure sparare un colpo. L’episodio rappresentò l’apice della Ligera, una forma di delinquenza tutta milanese che ebbe origine già nel XIX secolo, composta da piccoli gruppi di criminali e spesso “romanticamente” ricordata anche nelle canzoni popolari.

L’assalto al portavalori di via Osoppo segnò la fine di questo tipo di malavita lasciando il campo, nel ventennio 1960-1980, a una nuova forma criminale strutturata in gruppi omogenei, anche di stampo mafioso, diretta al controllo del gioco d’azzardo, della prostituzione e, infine, del traffico degli stupefacenti. Tra i protagonisti di questa stagione nomi del calibro di Francis Turatello, Angelo Epaminonda, Renato Vallanzasca, che evocano nei ricordi dei milanesi atmosfere da Far West.

A fare da sfondo a queste imprese c’è una metropoli come Milano che, a seguito del boom economico, si modifica in maniera profonda. La Milano della Mala è una città che vive anche di notte nelle bische, nei night club, nei circoli privati.

L’esposizione documenta tutte queste atmosfere, oltre a riportare in primo piano i quartieri della malavita: il Giambellino, l’Isola, la casba di via Conca del Naviglio e il Ticinese.

Particolari focus sono dedicati a specifici fenomeni, i sequestri reali e quelli solamente minacciati, i luoghi di detenzione e le rivolte carcerarie, e ai gruppi di feroci killer come i famigerati Apaches di Epaminonda che terrorizzarono la città nei primissimi anni Ottanta. Un importante e ulteriore approfondimento è rivolto agli eroici rappresentanti delle forze dell’ordine, in primis il commissario Mario Nardone e il futuro questore Achille Serra.

L’esposizione si chiude idealmente con la sezione dedicata a Renato Vallanzasca, il bandito della Comasina, ultimo rappresentante di una malavita milanese che dai primi anni Ottanta lascerà il passo a nuove e più cruente forme di criminalità.

Accompagna la mostra un catalogo edito da Spirale d’Idee.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *