Salvatore Fiume a venti anni dalla scomparsa


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Salvatore Fiume, Il raduno delle statue

Alla Casa del Mantegna di Mantova, fino al 18 febbraio prossimo è allestita una mostra di carattere antologico dedicata a Salvatore Fiume (Comiso, 1915 – Milano, 1997), composta da oltre cento tra dipinti, disegni e sculture che datano dal 1947 al 1992 e che provengono dalla collezione privata dell’artista, selezionate da Laura e Luciano Fiume, con la collaborazione della galleria Artesanterasmo di Milano.

La mostra, è curata da Marzio Dall’Acqua, Renzo Margonari, Vittorio Sgarbi; è organizzata da Augusto Agosta Tota ed è promossa dalla Provincia di Mantova, dalla Fondazione Salvatore Fiume e dalla Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Regione Lombardia e Comune di Mantova.

Il percorso espositivo segue un criterio cronologico e tematico, a partire da un gruppo “storico” di disegni degli anni ‘40, affiancati a disegni realizzati negli anni ’60 sul tema delle “Lotte fra tori”, dei “Centauri”, degli “Antropotauri” e della “Ninfa e fauno”. Sono presenti nove tavole eseguite da Fiume nei primi anni ‘50 per il romanzo “Bernadette”, dello scrittore austriaco Franz Werfel, e trenta tavole del 1959 per il romanzo storico “Quo Vadis?”, del premio Nobel polacco Henryk Sienkiewicz.
Una singolare parentesi, nella carriera di Salvatore Fiume, è costituita da “L’avventura Queyo”, qui documentata da due oli originali e da un pannello informativo. Altro pannello informativo e un bozzetto originale documentano i dieci dipinti sul tema delle “Avventure, sventure e glorie dell’antica Umbria”, ora custoditi nella sede della Regione Umbria a Perugia. Due pannelli e il bozzetto di una sezione del dipinto, illustrano il lavoro realizzato per l’Andrea Doria.
In omaggio a Velázquez e Goya, Fiume eseguì alcune reinterpretazioni di loro opere; in mostra ne compaiono tre insieme a un pannello esplicativo in cui è documentato l’intero Ciclo spagnolo; sono rappresentati in mostra anche i viaggi a Londra, in Giappone, nell’isola di Bali

Un tema fondamentale nella produzione di Salvatore Fiume è quello della figura femminile la cui presenza attraversa una parte considerevole dei dipinti nella mostra di Mantova, da quelli degli ultimi anni ’50 intitolati “Donna e toro”, alla “Ragazza sdraiata” del 1968 e alle già menzionate figure balinesi degli anni ’70 fino ai dipinti degli anni ’80 e ’90. Agli anni ’80 appartengono anche alcuni “strappi da affresco su tela”, due dei quali presenti a Mantova.
Anche nelle sculture la presenza della donna è spesso fondamentale, come nel Reperto archeologico e nella Ninfa e fauno, entrambi del 1992, presenti nella mostra.
Nella grande sala, con cui si conclude la mostra, figurano cinque grandi dipinti, quattro dei quali fanno parte del Ciclo delle “Ipotesi”, che ne annovera diciotto.

Completa la mostra di Mantova, accanto alle “Ipotesi”, un’“Isola di statue” di grandi dimensioni che può essere vista come una sintesi compositiva e pittorica di gran parte dell’arte di Salvatore Fiume.

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