Francesco Clemente. Anima nomade


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È aperta a Palazzo Esposizioni a Roma, fino al 31 marzo prossimo, la mostra “Francesco Clemente. Anima nomade”, promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, prodotta e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo, a cura di Bartolomeo Pietromarchi.

Francesco Clemente, Tenda del diavolo, 2013-2014 (particolare, interno),dida Tempera su cotone, ricamo, cuciture a mano, pali di bambù, finali in legno, corde, pesi in ferro, cm 600 x 400 x 300. Collezione dell’artista. Courtesy Francesco Clemente Studio

La mostraè concepita come una grande installazione, che senza soluzione di continuità si snoda nelle sale del piano nobile di Palazzo Esposizioni, composta da tre gruppi di opere: le sei Tende, le dodici Bandiere e il ciclo dei wall painting Oceano di storie.
Il percorso espositivo immerge i visitatori e le visitatrici nella tradizione indiana e orientale, da sempre fonte di ispirazione per Francesco Clemente, e li avvolge in una materia densa di riferimenti iconografici e della sensibilità privata e diaristica delle sue opere.

Napoletano di nascita ma nomade per vocazione, fortemente influenzato dalla letteratura e dalla poesia, Clemente è un poeta a pieno titolo, con un vasto lessico di immagini simboliche e metaforiche. Le sue opere si delineano in un paesaggio estetico totalizzante, metafisico e mistico, cadenzato dalla rappresentazione del sé, spesso intrecciata a riferimenti erotici, sempre lirica ed emotiva ed espressa attraverso un senso totalizzante del colore.

In mostra, la serie di tende, ispirate alla filosofia upanishadica e buddista, incarnano lo spirito di un’esistenza errante e rappresentano “rifugi per nomadi”. Clemente le descrive come “il risultato di molti fili disparati che si sono intrecciati nella mia mente nel corso degli anni”. Simbolo di una vita itinerante scelta per sfuggire a una versione unica e lineare della storia e abbracciare una geografia globale. Con le loro pareti dipinte con tempere luminose, evocano mondi immaginari e rimandano a luoghi sacri come le Grotte dei Mille Budda a Dunhuang in Cina o le grotte di Ajanta ed Ellora in India, spazi di meditazione che hanno lasciato tracce profonde nella memoria culturale dell’artista. Ogni tenda, dalla Tenda degli angeli alla Tenda del pepe, è un mondo interiore, ricco di simboli, memorie e riflessioni stratificate nel tempo.

Le dodici Bandiere, che si fronteggiano sospese in alto a formare un corridoio da attraversare, sono dipinte da entrambi i lati: da un lato, appaiono figure simboliche e riconoscibili; dall’altro, enigmatici aforismi ricamati in oro. I due lati sembrano opere distinte, polarità di pittura e scrittura che tuttavia si compenetrano, proprio nella loro separazione, come luce e ombra.

Infine, il ciclo di wall painting Oceano di storie, realizzato sul posto per questa occasione, apre e chiude idealmente il percorso, unendo tutte le esperienze in un tratto sottile e ininterrotto che suggerisce un racconto continuo e circolare. Clemente ricompone così un viaggio immaginario in cui ogni elemento, dal colore alle linee, rispecchia l’essenza di un’anima nomade in perenne movimento. Per aver attraversato geografie, culture e diverse forme espressive, Francesco Clemente incarna la figura dell’artista nomade per eccellenza.
Nel suo lavoro ha impiegato la tecnica a olio, quella dell’affresco, l’encausto, il pastello, l’acquerello e si è dedicato alla scultura. Negli anni Settanta, Clemente ha favorito il ritorno alla pittura come significativo mezzo di espressione.
L’artista, che ha trovato ispirazione nelle tradizioni filosofiche, spirituali ed estetiche orientali, nelle sue opere rappresenta un io frammentario e figure in costante mutamento tra diversi mondi quello materiale e spirituale, il maschile e femminile, che ambiscono a forme di riconciliazione.

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